Il ritratto di Reutemann, il campione scomparso ieri all’età di 79 anni, che la fortuna lo tenne lontano dal titolo in diverse occasioni
Il Drake, Enzo Ferrari, lo definì pilota “tormentato e tormentoso”. Uno che nelle giornate di grazia sapeva esaltare le folle, ma che quando i successi mancavano sapeva essere decisamente irritante. Carlos Reutemann ha vinto poco, ma è entrato comunque nel cuore dei tifosi della F1 per la sua storia.
Reutemann e il credito con la fortuna
Di talento ne aveva eccome. Lo dimostrò subito con le vetture Turismo e con le F2 della Temporada, al tempo il principale campionato monoposto del Sudamerica. Poi passò alla F2 europea, l’anticamera della F1. Il Circus, per uno come lui, era la casa naturale. E il debutto arrivò nel 1972 con una Brabham BT 34 proprio nel GP di casa.
Ferrari puntò deciso su di lui, dal 1977, ma è qui che cominciò la parabola triste di Reutemann, perennemente in in credito con la fortuna. Quella doveva essere la stagione del suo lancio definitivo e invece, dopo il trionfo all’esordio in Brasile, cominciò il suo calvario tra problemi tecnici e ritiri.
Fu così anche nel 1978, quando con l’addio di Niki Lauda divenne primo pilota della “Rossa”. Quattro vittorie sembrarono lanciarlo nella lotta al titolo, ma la Lotus 79 di Mario Andretti era imprendibile e mancò di nuovo l’occasione. Tentò allora il salto proprio alla Lotus l’anno successivo, ma era finita l’epoca d’oro delle vetture di Colin Chapman. L’ultima occasione buona arrivò nel 1981, quando Reutemann rimase in lizza per il titolo fino al decisivo round di Las Vegas. A regalare il Mondiale per un solo punto a Nelson Piquet fu però non solo l’atteggiamento di Jones ma anche quello del muretto, troppo rinunciatario.
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L’esperienza politica
Abbandonato il Mondiale di F1 nel 1982, quando la Guerra delle Falkland gli creò problemi nell’inglesissimo team Williams che lo costrinsero all’addio, passò ai rally. E nel 1985 con una leggendaria Peugeot 205 Turbo 16 riuscì a ottenere un bel terzo posto al Rally d’Argentina.
Reutemann però non era una persona normale. La notorietà in patria era notevole, la sua faccia da divo di Hollywood doveva essere sfruttata in una qualche maniera. E allora si dedicò alla politica, anche con un discreto successo. Infatti si fece eleggere governatore della natia provincia di Santa Fe sotto i colori del “Fronte per la Vittoria”.
Poi il ritiro dalle scene, lui che era sempre stato sotto i riflettori. Poche le uscite, ma sempre condite da standing ovation. Perché uno come lui non si poteva dimenticare. Un signore dalla faccia d’attore, un pilota veloce quanto sfortunato.
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