Hamilton giustifica Vettel in Ferrari: facile finché la macchina va

Lewis Hamilton in un certo senso, con le sue prestazioni, sta giustificando gli errori di Sebastian Vettel commessi in Ferrari.

Sebastian Vettel e Lewis Hamilton (GettyImages)
Sebastian Vettel e Lewis Hamilton (GettyImages)

In questi anni abbiamo visto una vera e propria guerra contro Sebastian Vettel, reo di aver fallito l’obiettivo Mondiale in Ferrari. Il tedesco era arrivato a Maranello con le stigmate del predestinato. Le cose però sono andate diversamente. A pesare sulle sue stagioni anche i tanti errori di impeto commessi.

Parliamoci chiaramente però: Seb non ha mai avuto una Ferrari superiore alla Mercedes. In qualche occasione la Rossa si è avvicinata molto a quel livello, ma non ha mai dato l’impressione di essere davanti. Questo ha portato inevitabilmente il tedesco ad innervosirsi. Certo gli errori ci sono stati e sono palesi e non per questo giustificabili.

Hamilton come Vettel: gli errori arrivano

Dall’altro lato invece Hamilton è stato praticamente sempre perfetto e questo ha fatto storcere spesso il naso ai ferraristi che avrebbero fatto volentieri un cambio tra il britannico e Seb. Questa stagione però ci sta mostrando ancora una volta quanto la macchina sia fondamentale anche nella mente di un pilota.

Lewis, con una Mercedes non più impeccabile, ha commesso qualche errorino. Sicuramente il più pesante è quello di Baku dove avrebbe potuto guadagnare tantissimi punti su Verstappen. La carriera del britannico però è piena di episodi simili. Nel 2011 ad esempio chiuse solo 5° in graduatoria, mentre il compagno di team Button si laureò vice-campione del mondo.

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Detto ciò noi restiamo del parere che sia Vettel che Hamilton rappresentano due dei piloti più veloci della storia della F1. Con quanto detto sopra però non vogliamo fare altro che rimarcare quanto alcune critiche nei confronti di Seb siano state eccessive. Naturalmente un campione, con la macchina superiore fa la differenza, ma se la vettura non è da Mondiale, difficilmente a fine anno il titolo arriva, se non in rarissimi casi. Una monoposto non perfetta ti porta a guidare costantemente al limite per provare a cavarne il massimo possibile e questo inevitabilmente ti spinge all’errore.

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