Pedro Acosta vicino al titolo mondiale di Moto3 nella sua prima annata da rookie. Il suo punto di riferimento non può che essere un pilota…
Pedro Acosta è la più grande rivelazione del Motomondiale. Ha chiuso la prima parte di campionato in testa alla classifica Moto3 a quota 158 punti, ben 48 più avanti del suo diretto inseguitore Sergio Garcia. Nella sua prima gara da rookie il giovanissimo spagnolo è salito sul podio in seconda posizione, poi ha vinto tre gare di fila, infine un altro podio al Sachsenring.
Il paragone con le leggende agli esordi in carriera nasce spontaneo, soprattutto con Marc Marquez e Valentino Rossi. E se oggi è dove si trova lo deve solo al suo talento, non ad una faccenda economica come diversi altri colleghi. “Mio padre è un pescatore, ma le moto gli sono sempre piaciute. Aveva una moto con cui girare la domenica sul circuito di Cartagena – racconta a MCN -. Mi ha regalato una moto da cross per il mio quarto compleanno, che usava per guidare nei fine settimana su un campo da calcio dietro casa mia”.
Nella sua prima stagione nel Mondiale Pedro Acosta è vicino alla conquista del titolo iridato, impensabile quando è salito per la prima volta in sella alla KTM in Qatar. “Non avevo questo obiettivo quando ho iniziato la stagione, ma tutto ciò che è benvenuto è il benvenuto. Come dico ai miei meccanici quando mi chiedono della strategia di gara: “Ho 45 minuti per divertirmi e vedremo cosa succede dopo”. Se continuiamo a lavorare come stiamo facendo e continuiamo a divertirci sulla moto, forse a fine anno potrei lottare per questo obiettivo”.
In tanti già lo paragonano al fenomeno di Cervera, che ha bruciato le tappe diventando otto volte campione del mondo. “Lui è Marc Márquez, io sono Pedro Acosta. Ognuno di noi è una persona diversa”. Non nasconde che il connazionale sia il suo idolo, ma non dimentica alcune stelle del passato che hanno scritto pagine di storia. “Schwantz è sempre stato l’idolo di mio padre. Ho visto molte delle sue gare con lui, più e più volte. Da bambino, indossavo sempre il numero 34 sulle mie moto”. Ma il riferimento principale resta il Cabroncito: “Prenderei il 90% da Marquez e il 10% da Stoner e Schwantz. Prenderei quasi tutto da Márquez perché quando vince è superiore. Ha qualcosa di diverso dal resto. Lo si vedeva in 125cc ed era già diverso dagli altri. Studiarlo mi ha aiutato a migliorare la mia guida”.
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