Il GP di Silverstone ha scatenato polemiche e malumori. Dopo le accuse di razzismo contro Hamilton, arriva la replica di Red Bull.
Bene la lotta in pista, ma non bisogna trascendere. Questo il messaggio che la scuderia energetica ha voluto lanciare al termine del movimentato fine settimana inglese, incendiato dalla collisione al primo giro tra Hamilton e Verstappen, con l’olandese trasportato in ospedale a causa del violento impatto contro le barriere.
Malgrado si fosse a casa di Lewis, i tifosi di Max si sono fatti sentire in massa e tra gli spalti e il web è stata un’ondata di commenti di disappunto nei confronti del sette volte iridato reo, a loro avviso, di aver attentato alla vita del #33.
Al di là dei messaggi legati al fatto sportivo, alcuni sarebbero stati conditi di parole razziste indirizzate al #44. Fatto che la Mercedes ha subito voluto denunciare con un comunicato rilasciato sulle sue piattaforme sociali.
Poco dopo è arrivata la risposta della Federazione Internazionale che, dallo scorso anno, proprio su sollecitazione di Ham, ha dato vita ad iniziative di contrasto ad ogni forma di abuso nei confronti delle minoranze, rendendo noto che interverrà per fermare ogni genere di azione che incita all’odio.
Quindi, e forse, era la replica più attesa, trattandosi della parte opposta, anche la Red Bull ha voluto spendere delle parole di condanna.
“Mentre combattiamo con forza i nostri rivali in pista, siamo uniti contro il razzismo”, si legge. “In qualità di scuderia siamo disgustati e rattristati di quanto accaduto a seguito del contatto. Non ci sono scuse. Ne nostro sport non c’è spazio per queste cose”.
Chiara Rainis
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