Proseguono le discussioni sulla F1 del futuro e sui motori in uso dal 2025. Tante le richieste e c’è anche chi non vuole new entry.
Mentre il 2022 ha cominciato a delinearsi sulla griglia di partenza di Silverstone con con un prototipo delle monoposto che vedremo in azione dal prossimo campionato in F1, il 2025 che dovrebbe presentare una rivoluzione in termini di propulsore viaggia ancora nel regno delle chiacchiere.
Alcune sono state fatte in Austria in occasione del secondo weekend di gara a Zeltweg e sono proseguite lontane dalla ribalta.
Da quanto ne sappiamo sono emersi alcuni punti chiave, come l’esigenza di tornare ad avere un ruggito potente in stile V8, mentre le scuderie attualmente presenti sarebbero poco inclini ad assecondare la proposta avanza da Audi e Porsche riguardo ad una maggior rilevanza della componente elettrica dell’ibrido.
“Non credo che dovremmo snaturarci per accogliere un nuovo costruttore”, ha affermato deciso il boss Red Bull Christian Horner. “Il nostro obiettivo deve essere quello di trovare qualcosa che sia giusto per la F1 e per il futuro a lungo termine dello sport”, ha proseguito ricordando come in passato la classe regina sia servita ai marchi da mera vetrina, per poi lasciare la barca una volta passata l’esigenza.
“Il motore a combustione contribuisce ancora molto al fascino della serie”, ha quindi riflettuto con pragmatismo. “So che l’elettrificazione è molto spinta a livello politico, ma ci sono anche tante domande in merito alla mobilità dei prossimi 25 o 30 anni che sono ancora senza risposte”.
Tutti invece sembrano essere stati d’accordo sulla necessità di prestare più attenzione all’ambiente in linea con il percorso adottato dall’automotive.
Nello specifico, secondo il responsabile Mercedes Toto Wolff il Circus dovrebbe tornare ad essere pioneristica in termini di sviluppo e quale campo migliore dei bio-combustibili. Ovviamente però senza spendere le cifre folli che hanno caratterizzato l’inizio dell’era ibrida.
“La sfida che ci attende è quella di combinare una tecnologia di alto livello con l’aspetto legato al budget”, ha dichiarato il manager di Vienna più incline rispetto al collega a seguire la linea dettata dal Gruppo Volkswagen circa la rilevanza della parte “verde” della PU.
Chiara Rainis
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