Era il 26 luglio del 2009 quando all’Hungaroring Massa fu protagonista dell’incidente più assurdo della storia della Formula 1
Un pomeriggio di paura quello del 26 luglio 2009. Tifosi col fiato sospeso per ora, se non per giorni. Sono passati 12 anni dal terribile incidente che coinvolse Felipe Massa all’Hungaroring. Una vicenda incredibile che per fortuna si concluse felicemente per il pilota brasiliano. Ma in tanti temettero il peggio.
È stato uno degli incidenti più assurdi che la storia della Formula 1 ricordi quello che coinvolse in Ungheria il pilota brasiliano. Massa arrivava a Budapest dopo il primo podio stagionale, conquistato in Germania, e alcune buone prestazioni dopo un inizio di campionato 2009 tutt’altro che da ricordare. La Ferrari era tutt’altro che competitiva rispetto al 2008 e faceva fatica. Lì in Ungheria però le speranze per fare qualcosa di buono c’erano.
Durante le qualifiche, il dramma. Una molla si staccò dalla monoposto di Rubens Barrichello e Massa, che era qualche secondo dietro al connazionale, la centrò in piena velocità, andando poi a sbattere a circa 260 km/h contro la barriera di gomme. Al box Ferrari provarono subito a contattare il pilota, ma nessuna risposta. In più il motore era ancora quasi a full gas, quasi il pilota fosse svenuto. Ed era così.
La situazione parve subito molto grave. Le immagini poi spiegarono meglio cosa era successo: la molla aveva preso in pieno il casco del pilota brasiliano. E questo non faceva ben sperare. Trasportato in ospedale con una “lesione ossea con commozione cerebrale”, Massa, pur restando in coma farmacologico per alcuni giorni, non riportò però alcun danno permanente e 3 mesi dopo l’incidente tornò in pista a Fiorano per effettuare alcuni test con la Ferrari. Ma per il rientro si dovette attendere l’anno successivo, in Bahrain. E tornò subito sul podio, secondo dietro al nuovo compagno Fernando Alonso.
“La cosa più incredibile che sia accaduta nella mia vita”, disse Massa un anno dopo, tornando proprio in Ungheria. Un incidente incredibile, che spaventò i tifosi Ferrari e non solo. Perché colpiva un campione gentile, tutto talento e cuore, che aveva solo sfiorato un Mondiale 2008 che forse meritava di portare a casa.
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