La Red Bull non ci sta e ha deciso di appellarsi contro la decisione della FIA a Silverstone di infliggere solo 10″ di penalità ad Hamilton.
Come ci si poteva aspettare, l’ormai arcinoto incidente tra Hamilton e Verstappen alla curva Copse nel corso del primo giro del GP di Silverstone è diventato materia di discussione davanti alle autorità federali. Da subito il boss della Red Bull Christian Horner, così come il talent scout Helmut Marko avevano parlato di manovra alquanto pericolosa da parte dell’inglese della Mercedes richiedendone la squalifica.
Incassata in un primo momento la decisione del collegio giudicante di cui faceva parte anche il nostro Emanuele Pirro, la scuderia energetica ha cambiato idea e lo scorso 23 luglio ha depositato in un’istanza di revisione, che verrà discussa giovedì alla vigilia del round ungherese del campionato, ultima prova prima della pausa esitva.
In programma un meeting in video-conferenza
Mentre il paddock continua a discutere sullo scontro al via dei due principali contendenti al titolo, la dirigenza del team austriaco si è dunque mossa in silenzio. Il motivo di tanta insistenza è facile da comprendere. Il crash che ha spedito Max in ospedale, è costato parecchie migliaia di euro di riparazioni all’equipe fondata da Dietrich Mateschitz, ma soprattutto diversi punti utili sia per quanto concerne sia la classifica marche, sia quella piloti, che la vede comunque leader ma un po’ più debole rispetto alla vigilia dell’appuntamento nelle Midlands.
Alle 16 del 29 luglio, quindi, i due manager accompagnati da un massimo di due testimoni si collegheranno con la FIA per confrontarsi sul provvedimento preso a caldo dagli steward e secondo i vertici del team con base a Milton Keynes non sufficiente per il comportamento tenuto in pista da Ham. Certo se c’è la possibilità è giusto tentare, ma difficilmente la Federazione ammetterà di essere stata troppo buona con il sette volte iridato.
Chiara Rainis