Zarco commenta la separazione di Vinales con KTM evidenziando che si tratta di una situazione diversa da quella che ha vissuto lui in KTM.
Maverick Vinales ha preso una decisione che pochi piloti avrebbero effettuato al suo posto. Rinunciare a un anno di contratto con ingaggio da circa 6 milioni di euro e lasciare una moto comunque competitiva come la Yamaha non è da tutti.
Non che bisogna farne un eroe, attenzione, ma ogni tanto c’è qualcuno che non guarda solamente all’aspetto economico. Il pilota spagnolo non è più felice nel team Monster Energy e non si sente bene in sella alla M1, ha pensato a questo quando ha fatto la sua scelta. Senza neppure avere in mano l’accordo con un’altra squadra e con il rischio di rimanere fuori dalla griglia MotoGP, cosa che non gli auguriamo.
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Tra i piloti che hanno fatto una scelta simile a quella di Vinales c’è Johann Zarco, che nel 2019 aveva iniziato la sua avventura in KTM con un bel contratto biennale. L’esperienza è stata disastrosa e le parti si sono separate dopo tredici gran premi.
Zarco, interpellato dal settimanale Motosprint, ha commentato l’addio di Vinales alla Yamaha evidenziando che il suo caso fu differente: «Io non ero nella sua stessa posizione. Non potevo ottenere pole position, non andavo sul podio e la moto non era al livello di oggi. E non era nemmeno al livello della Yamaha, che può andare veloce quasi dappertutto. Non entro nel dettaglio, è una questione che riguarda Maverick. Il suo addio è stata una sorpresa».
Effettivamente non si può paragonare la situazione tecnica in cui si ritrovò Zarco in KTM, dove non aveva alcun feeling con la moto. Forse avrebbe potuto essere più paziente e provarci di più, però ha ritenuto che non ci fosse possibilità di fare significativi progressi e ha preferito farsi da parte. Va detto che la sua intenzione era arrivare almeno fino al termine del Mondiale, fu la casa austriaca ad anticipare ulteriormente il divorzio.
Vinales ha una Yamaha con la quale ha vinto la gara inaugurale della stagione in Qatar, fatto un secondo posto ad Assen e ottenuto altri due piazzamenti in top 5. Fabio Quartararo dimostra che la M1 è una moto vincente, ma Maverick non riesce ad essere costante e l’ultimo posto al Sachsenring è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Chiuderà l’anno con la casa di Iwata, poi vedremo dove proseguirà la sua carriera.
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