Paolo Simoncelli parla della morte di Hugo Millan, delle dinamiche dell’incidente e delle eventuali precauzioni da prendere.
La morte del 14enne Hugo Millàn durante la European Talent Cup ha riportato il mondo delle corse al risvolto più tragico della medaglia. La pista chiede ancora una volta il suo tributo di sangue e diventa inevitabile chiedersi cosa poter fare di più per aumentare i livelli di sicurezza. Meno di due mesi al Mugello si è verificato il fatale incidente in qualifica del talento elvetico di Moto3 Jason Dupasquier. Domenica scorsa ha perso la vita Hugo Millán, investito da un pilota che lo seguiva nella prima gara della European Talent Cup ad Aragón. Nonostante tutti gli sforzi dei sanitari il 14enne ha ceduto alle gravi ferite.
Sull’argomento è intervenuto Paolo Simoncelli, che ha perso suo figlio in modo simile durante il GP di Sepang 2011. “Facciamo gare su piste che hanno ampie zone di fuga, dove vengono prese centinaia di precauzioni e il personale medico è distribuito ovunque. Ma ancora oggi il più classico di tutti gli incidenti è essere investito da un collega, come è successo anche a Hugo Millán domenica ed è ancora inevitabile. Forse è arrivato il momento in cui dovremmo fermarci un attimo e chiederci cosa dobbiamo ancora migliorare per non lasciare nulla al caso”.
La proposta di Simoncelli
Paolo Simoncelli partecipa al CEV con il suo team SIC58 Squadra Corse e non poteva certo restare indifferente alla tragedia che ha colpito il giovanissimo pilota spagnolo. “L’ETC è estremamente popolare in Spagna, ogni volta molte persone si iscrivono, la griglia di partenza è determinata dalle qualifiche. Un’idea potrebbe essere quella di organizzare almeno due gare per ridurre il numero dei partecipanti”, ha suggerito Simoncelli, riferendosi alla griglia dei 38 piloti. “Dobbiamo considerare un’alternativa in modo che un giorno, quando saremo felici di una vita salvata, non dovremo chiederci se non avremmo potuto trovare la soluzione prima”.
Alcune settimane il suo pilota Harrison Voight si è rotto una gamba in un incidente simile sul circuito di Portimao. Il crudele destino non ha risparmiato Hugo Millàn. “Speriamo sempre che non succeda mai, perché sappiamo che questo sport è in fondo anche vita, e la passione è al primo posto, e l’inarrestabile non si può fermare – ha concluso Paolo Simoncelli -. Ma ogni tanto veniamo riportati alla realtà e questo ci ricorda che non c’è è un destino”.