Ferrari butta ancora al vento le sue occasioni d’oro. E le sfruttano gli altri

Il podio di Carlos Sainz Jr non può soddisfare la Ferrari, partita per l’Ungheria con altre ambizioni. Ancora una volta vede sorridere chi le è dietro

Il sorpasso di Hamilton su Sainz in Ungheria (Foto Lars Baron/Getty Images)

Un’altra occasione per ottenere il primo successo stagionale. Che sarebbe il premio dopo oltre un anno di sofferenze. E invece in Ungheria per la Ferrari l’ennesimo boccone amaro buttato giù.

Ferrari, con Sainz si poteva (e doveva) fare di più

Che il weekend magiaro non fosse nato bene lo si era capito già nelle libere, con le Rosse che hanno patito le alte temperature, non riuscendo a trovare il giusto compromesso di bilanciamento che le avrebbe dovute portare a ridosso di Mercedes e Red Bull.

Il botto di Carlos Sainz Jr nelle qualifiche e il settimo posto di Charles Leclerc faceva pensare a una gara in rimonta ma non troppo, viste le difficoltà nel sorpassare in un circuito così. Ma l’incidente al via che ha eliminato sì la freccia migliore (Leclerc) ma che ha lanciato lo spagnolo in quarta posizione doveva far capire alla Ferrari che questa era la giornata giusta per qualcosa d’importante.

Ancor di più dopo l’errore alla ripartenza compiuto dalla Mercedes in coabitazione con Lewis Hamilton. E invece è arrivato sì il podio di Sainz, ma la Ferrari deve rammaricarsi per non averci creduto veramente. Il problema è che domenica ad andare meglio sono state Aston Martin e Alpine, due outsider che finora rispetto alla Ferrari erano state un passo indietro. A farsi sorprendere quindi è stata soprattutto la Rossa, tornata per una volta “piccola tra le piccole”, perché attualmente la realtà dice questo. E questo deve far riflettere.

Anche perché lo ha ammesso lo stesso Mattia Binotto che l’occasione era quelle che poche volte capitano nella vita: “Ha iniziato a piovere poco prima della gara. Sapevamo che per noi oggi questa era una una bella occasione e la stavamo anche creando”. Ma poi ha giustificato tutto con il pit al via e la scorrettezza dei rivali: “Abbiamo effettuato un pit stop ottimo, al di sotto dei due secondi, poi siamo rimasti fermi perché sappiamo che è pericoloso uscire nella pit lane con tutto quel traffico. Ci sono regole chiare al riguardo, invece nessuno degli altri le ha rispettate, non hanno guardato chi arrivava”.

Tutto giusto (anche se dov’è il reclamo ufficiale?), ma alla fine qualcosa di più si poteva fare. E si doveva fare. Hamilton i sorpassi li ha compiti. Sainz, come l’inglese, aveva una macchina superiore a chi gli era davanti ma alla fine non è riuscito a farli. Solo colpa del traffico?

E con l’Ungheria sono tre

Insomma per la Ferrari ancora una volta una domenica in cui il rimpianto per quello che poteva essere e non è stato è grande. Lo avevano detto tutti a chiare lettere: guai ad aspettarsi una vittoria nel 2021, ma se l’occasione si presentava in circostanze particolari, la Ferrari doveva essere lì, pronta ad approfittarne. E invece niente.

E dire che di occasioni in questa stagione ce ne sono state. Poche, ma importanti. Come a Montecarlo, quando Leclerc ha approfittato dei cali di Red Bull e Mercedes per piazzarsi davanti a tutti, andando poi a rovinare la propria prestazione con il botto all’ultimo tentativo della qualifica. Come a Baku, quando con le auto-eliminazioni di Verstappen e Hamilton hanno visto addirittura sorridere Perez (fino a quel momento scialbo) e Vettel. Solo a Silverstone realmente la Ferrari avrebbe meritato ampiamente il successo, negato da un Hamilton “poco” penalizzato dopo l’incidente al via con Max.

Stavolta a ridere al suo posto sono state Alpine e Aston Martin, a chi toccherà la prossima volta?

Carlos Sainz al Gran Premio d'Ungheria di F1 2021 a Budapest (Foto Ferrari)
Carlos Sainz al Gran Premio d’Ungheria di F1 2021 a Budapest (Foto Ferrari)

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