Invischiata nella lotta al terzo posto nei Costruttori, la McLaren ha visto una grande crescita di Norris e una prima parte di stagione sottotono di Ricciardo
La crescita c’è stata, ma non così clamorosa come ci si poteva aspettare. La McLaren però finalmente è tornata ad essere una scuderia tra le più forti della F1. E lo ha fatto dopo anni di sofferenze e sacrifici.
E se la McLaren è così in alto è merito soprattutto di un giovanotto che si chiama Lando Norris. Il pilota inglese era atteso al varco in questo 2021. Una vettura finalmente più competitiva, anche grazie al motore Mercedes. E lui doveva fare il primo step in avanti. E lo ha fatto.
Veloce non solo sul giro secco, dove ha messo paura anche a Red Bull e Mercedes, ma anche in gara. È sempre stato una spina nel fianco delle Ferrari, perché ha messo in campo prestazioni super. Come a Imola, quando ha rubato il podio a Leclerc con una grande rimonta. A Montecarlo un terzo posto che sapeva quasi di trionfo, ma in generale non ha quasi mai mollato la top-5. Segno che Norris è cresciuto davvero tanto. Merito non solo della McLaren ma anche del suo talento. E in questa seconda metà potrà ancora dire tanto. Per ora è da 7.5.
A fare da contraltare purtroppo c’è una prima parte di 2021 non all’altezza del suo rango di Daniel Ricciardo. Arrivato per dar manforte a un Norris atteso a una crescita importante, l’australiano partiva decisamente con i galloni di capitano. Dopo l’esperienza non esaltante in Renault, ci si attendeva un pilota più affamato. E invece qualcosa non è andato.
Sempre in grande sofferenza nella prove, ha rimediato poi in gara con qualche rimonta. Ma ben poche volte ha brillato come da par suo. Il sesto posto a Imola aveva illuso. Poi sempre a corrente molto alternata, sintomo che questo adattamento alla McLaren ancora non è stato digerito del tutto. Anzi. Da ora in poi ci si aspetta davvero un cambio di marcia. Ne ha bisogno la McLaren, perché se vuole arrivare terza nel Mondiale serve anche la sua mano. Per ora, con dispiacere, è da 4.
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