Guido Meda saluta Valentino Rossi, nel giorno del suo ritiro dalla MotoGP, riservandogli una lunga e toccante lettera aperta di ringraziamento
Il messaggio che Guido Meda riserva a Valentino Rossi nel giorno del suo ritiro dalla MotoGP è riassumibile in una sola parola: grazie. Un ringraziamento sentito e umano, che lo storico telecronista del Motomondiale riserva al fenomeno di Tavullia non solo per quello che ha fatto in pista.
“Valentino Rossi merita qualcosa di più di uno quei grazie un po’ retorici che buttiamo lì tutti quando un grande campione si ritira”, scrive la voce delle due ruote sul sito ufficiale di Sky Sport. “Merita perlomeno che il grazie sia motivato e che vada al di là di semplici ore di svago sportivo fornite, alla grande, per venticinque anni. È più il suo modo di stare al mondo che non il suo modo di correre ad ispirare gratitudine. E ad aver ispirato persino gli eccessi di una tifoseria sconfinata che le moto non avevano mai conosciuto”.
Il ritratto di Valentino Rossi secondo Guido Meda
Quello che ha colpito di più del nove volte iridato, oltre alla sua velocità e alla sua classe in sella, è stato il suo atteggiamento sempre divertente e divertito, scanzonato anche all’interno di un paddock che spesso tende a prendersi troppo sul serio. Ed è stato questo ad attirare irresistibilmente il pubblico, non solo suo connazionale, dalla sua parte.
“Gli italiani e il mondo in Rossi hanno sempre visto questo: siparietti e allegria in uno sport pericoloso, leggerezza e spirito in un ambito epico di cavalieri senza paura, dove la paura in realtà esiste”, prosegue il vicedirettore di Sky Sport. “Ha vissuto rivalità schiette e le ha spinte al limite, per far valere la legge del più forte anche nella testa. Senza però portare a casa i rancori del lavoro. Perché casa è sacra, gli amici sono sacri. Allora vivere bene si può! Allora non tirarsi dietro i problemi si può! Allora guardarlo muoversi così è stato divertente più del normale”.
Secondo Meda, questo suo carattere lo aiuterà ad addolcire anche il momento amaro in cui appenderà il casco al chiodo: “Non è stato banale durare ventisei anni, declino compreso. Ha comportato uno sforzo sempre costante e per questo esemplare; quello sforzo che ti mette a posto con la coscienza e che fa sembrare una vittoria anche la sconfitta. Non smette di essere pilota, cambia solo modalità di esserlo. Per questo pensiamo che non soffrirà il ritiro come gli altri. Sereno. Sempre”.
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