Come succede di rado il progettista della Red Bull Newey si è espresso sull’andamento del mondiale e ribadisce il proprio ottimismo.
L’incredibile GP di Budapest e i fatti di Silverstone non hanno scalfito la fiducia interna al team Red Bull. La sensazione che questo possa essere l’anno buono è ancora intatta. Come al solito la scuderia austriaca può contare su un telaio solido e competitivo, suo marchio di fabbrica, ma a differenza del recente passato, in questa stagione è spinta anche da un propulsore Honda decisamente potente e all’altezza di quello Mercedes.
Per questo, malgrado gli ultimi due round siano stati avari di soddisfazioni, a Milton Keynes il clima è ancora di tranquillità.
A dirlo è lo stesso Adrian Newey, genio silenzioso che lontano dai clamori continua a sfornare monoposto di alto livello. “Quanto accaduto in Inghilterra e in Ungheria ci ha ricordato che le cose possono cambiare molto velocemente”, ha riflettuto a Motorsport.com. “Eravamo in posizione ottima dopo l’Austria e tutto stava andando bene, ma due gare dopo ci troviamo indietro in entrambe le classifiche”.
E in effetti il designer inglese ha ragione. In un attimo la squadra energetica si è trovata dall’avere il vento in poppa, quasi in stato in grazia, al dover inseguire.
“Ciò che è più doloroso è aver perso terreno senza avere commesso alcun errore, ma questa è la natura del nostro sport. Dobbiamo solo tenere la testa bassa e continuare a spingere”, ha aggiunto il 62enne alla luce di un gap di 8 lunghezze nella generale conduttori e di 12 in quella marche.
Rispetto ai rivali tedeschi abituati a vincere ininterrottamente dal 2014, in Red Bull hanno col tempo imparato a navigare nelle difficoltà.
“Campionati molto combattuti come il 2010 e il 2012 ci hanno plasmato e dato un livello di resilienza che ora ci sta tornando utile. Sappiamo essere sia cacciatori, sia prede, il che è un punto di forza”, ha chiosato fiducioso il progettista.
Chiara Rainis