La caduta, il fuoco e la grande paura di Dani Pedrosa. Tutto per un Gran Premio da wild card, voluto dalla Ktm per sviluppare la moto
Un tranquillo weekend di paura. Questa forse è la descrizione migliore per quanto vissuto da Dani Pedrosa in Stiria. Un rientro dopo il ritiro a fine 2018 solo per un GP, che doveva essere speciale e lo è stato, ma forse non nel senso voluto.
Smessi i panni di pilota ufficiale, Pedrosa ha subito accolto con entusiasmo il progetto KTM, che grazie al suo lavoro è cresciuta in maniera importante. Un lavoro iniziato con i test di Barcellona del 2019 e proseguita talmente bene che la casa austriaca ha provato a farlo tornare in MotoGP già nel 2020 dopo l’addio di Johann Zarco. Poi l’offerta di portare in pista in un weekend di gara la moto test per provare anche soluzioni nuove per la moto. E l’Austria è sembrato il luogo perfetto per provare.
Grande accoglienza del paddock, ma soprattutto tanto lavoro fatto ai box, che comunque ha fruttato buone sensazioni allo spagnolo, che per essere tornato dopo quasi tre anni in pista, ha subito ritrovato un discreto ritmo. Non solo in prova, ma anche in gara.
Tutto bello, se di mezzo non ci fosse stato quell’incidente dopo un paio di tornate, che ha coinvolto anche l’Aprilia di Lorenzo Savadori. Una chiusura inaspettata dell’avantreno mentre superava curva 2, quella in salita e già teatro lo scorso anno di un terribile incidente che poteva avere conseguenze tragiche.
Le immagini sono impressionanti: Pedrosa che, a terra, viene evitato dalle altre moto, lui che va via ma la sua moto viene centrata poco dopo da quella del pilota italiano. E in un attimo il rogo, che tiene tutti col fiato sospeso e fa decidere per l’immediata bandiera rossa, che, visti i precedenti, preoccupa e non poco i piloti in pista.
L’immagine, poco dopo, dei due piloti illesi, ha fatto tirare a tutti un sospiro di sollievo. Ma una domanda ce la fa porre: è davvero utile rischiare, quando ormai si è smesso da tempo con le gare? Tutto per testare sul campo nuove componenti? “Io sono stato molto fortunato, è una situazione che non credo mi sia capitata prima nella mia carriera, perciò è stato un po’ uno shock vedere tutte le moto che passavano vicine a me mentre ero steso a terra, scorrendo alla mia destra e alla mia sinistra”, ha detto poi dopo lo stesso Pedrosa.
Chissà se questo possa essere anche un messaggio a Valentino Rossi, che appenderà il casco al chiodo (almeno con le due ruote) a fine stagione. Una volta che si scende dalla moto, forse è meglio lasciar perdere e non tentare di nuovo nuovi “approcci”.
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