Bottas continua a far chiacchierare. Resterà in Mercedes o Wolff gli preferirà Russell? Il parere di due ex del Circus.
Il dubbio sul da farsi sta attanagliando Toto Wolff. Meglio per il 2022 rinunciare ai servigi del mestierante Bottas e favorire quelli del giovane e talentuoso Russell, oppure è preferibile proseguire con il contributo del mite finlandese, e lasciare il britannico, certamente un compagno di squadra scomodo per Hamilton, alla Williams.
La questione è seria, nonché di fondamentale importanza in ottica futura. Per questo, da Spa, la decisione definitiva sulla line-up della Stella è stata posticipata a settembre.
Cosa deve fare la Mercedes
Inutile dire che tutti ultimamente si sono interessati alla vicenda e hanno fornito un loro parere. Ad esempio Schumacher si è proclamato convinto che Valtteri non sarà più della partita nel campionato venturo. Per Ralf, la carta George è troppo succosa ed invitante da essere trascurata.
“Qualsiasi scelta diversa sarebbe incomprensibile”, ha affermato a Sport1. “Lewis ha 36 anni, dunque le Frecce Nere devono prepararsi al dopo. Inoltre l’attuale pilota di Grove fungerebbe da sprone. Basta vedere cosa è stato in grado di fare in Bahrain lo scorso anno. Se non ci fosse stato l’errore al pit stop avrebbe vinto e questo ha portato Ham ad affrettare il ritorno ad Abu Dhabi”.
Meno persuaso dall’idea che a Stoccarda si debba alterare lo status quo è invece apparso Mika Hakkinen che, forse spinto da spirito nazionalistico, ha invitato i tedeschi a mantenere il driver di Nastola.
“Lui è fantastico ed è stato criticato eccessivamente”, ha dichiarato il 52enne ad RTL, evidenziando come sedere vicino ad un sette volte iridato non è semplice. “Avere abilità e velocità non è sufficiente. L’esperienza conta tantissimo”, ha aggiunto quasi a sostenere che puntare su un giovane non significa necessariamente progredire. “Se un orologio funziona perché smontarlo?”, ha poi chiosato con una metafora interrogativa.
Le prossime settimane saranno cruciali per ottenere una risposta alla sua domanda.
Chiara Rainis