Il sedile di Perez è in pericolo? Il messicano ha paura e per difendersi prede come esempio in negativo Ricciardo.
Alla Red Bull lo hanno detto chiaro e tondo. Da Perez si aspettavano di più. Con la tecnica del bastone e della carota il talent scout Helmut Marko e il team principal Christian Horner hanno cercato di tenerlo tranquillo, ma i cinque GP che si è preso di tempo per trovare il ritmo al volante della RB16B sono stati troppi. Allo stesso modo anche ora che di gare ne sono passare undici il messicano non è parso essere all’altezza di Verstappen.
Impaurito dall’idea di perdere definitivamente il posto in F1, Checo ha ammesso di essere ancora in fase di conoscenza della vettura, ma di aver compiuto progressi. “Manco ancora sul giro secco, ma alla domenica le mie prestazioni sono vicine a quelle di Max“, le sue parole ad F1i.com.
Memore dei lunghi anni trascorsi in Racing Point, ex Force India, in cui già al venerdì era in perfetta forma, il 31enne si è difeso sostenendo che per arrivare al top occorre esercizio e pazienza. “Non sono comunque l’unico in questa situazione. Soprattutto in questa stagione è difficile adattarsi alle auto”, si è giustificato indicando Ricciardo come un esempio delle criticità riscontrate.
“Io e Daniel siamo sulla stessa barca. Disporre di un motore differente rispetto a ciò a cui si era abituati richiede anche uno stile di guida diverso”, ha sostenuto difendendo la propria posizione all’interno della squadra austriaca. “Oggi i test sono limitati, se non addirittura inesistenti. Alcuni miglioramenti riguardano millesimi, dunque non possono essere immediati”.
Al momento il driver di Guadalajara è quinto della generale con 83 punti in meno rispetto al #33.Come lui pure l’australiano della McLaren sta annaspando nel confronto con il giovane vicino di box Norris. Tra i due, infatti, c’è un gap di 63 lunghezze.
Chiara Rainis