A sorpresa il boss Mercedes Wolff prende le difese della FIA e invita il gruppo a dimenticare i vergognosi accadimenti del Belgio.
Magari lo ha fatto con la sua consueta arguzia per tenersi buono il direttore di gara Michael Masi e con lui l’intera Federazione. Sta di fatto che Toto Wolff, all’indomani del caos di Spa con una gara farsa e un punteggio attribuito senza motivo, ha cercato di gettare acqua sul fuoco. A differenza dei suoi omologhi che in maniera tranchant hanno attaccato i vertici del Circus, rei di aver premiato i primi dieci arrivati al termini di una corsa che non si è mai disputata, il capo della Mercedes ha cercato di guardare al bicchiere mezzo pieno.
Il terzo posto artigliato da Hamilton, evidentemente è stato per lui sufficiente. “Abbiamo perso dei punti, ma queste sono le regole e non c’è nulla che si possa fare”, ha sostenuto in maniera un po’ anacronistica visto che non è stato applicato alcun regolamento, anzi, al contrario è stato aggirato per saltare piè pari il limite delle due ore di durata dell’evento.
In vena di difese complessive, il manager 49enne ha altresì appoggiato lo sfogo di Lewis. O meglio, ha cercato di mostrarsi comprensivo nei confronti di un pilota che avrebbe potuto lottare per la prima piazza, ma non gli è stata data l’opportunità di lottare.
Per chi non avesse seguito, ricordiamo che il #44, a caldo, aveva parlato di “vittoria del denaro” e di esigenza di rimborsare il pubblico presente sugli spalti.
“Tutti hanno ragione di essere delusi, ma è giusto andare avanti. E’ stato corretto non far partire l’evento. Probabilmente si poteva evitare la procedura dietro alla safety car”, ha affermato cripticamente. Per l’austriaco non si doveva per nulla scendere in pista, oppure si poteva procedere senza vettura di sicurezza? La domanda resta insoluta.
“In fin dei conti si è trattato di un’anomalia. Dovremo imparare da quanto avvenuto”
Chiara Rainis