Bagnaia ha parlato della successione a Valentino Rossi in MotoGP, ma non si sente l’erede del suo maestro perché lo ritiene inimitabile.
Valentino Rossi è stato per tanti anni il pilota italiano di riferimento della MotoGP e dal 2022 non ci sarà più. Ce ne sarà un altro in grado di raccoglierne l’eredità?
Improbabile. Il Dottore è unico, rappresenta qualcosa di difficilmente ripetibile nella storia del Motomondiale. Ha dato tanto al motociclismo, rendendolo più celebre e seguito. Ovviamente questo non significa che non ci possano essere altri piloti italiani a poter avere successo e a scrivere pagine di storia della MotoGP.
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Bagnaia e l’eredità di Valentino Rossi
Rossi in MotoGP ha alcuni allievi della VR46 Riders Academy che sono particolarmente competitivi: Franco Morbidelli e Francesco Bagnaia. Entrambi hanno vinto il titolo in Moto2 e hanno fatto buoni risultati in top class, dove Frankie ha anche lottato per il mondiale nel 2020. Pecco sperava di farlo quest’anno, però Fabio Quartararo sta prendendo il largo in classifica.
Bagnaia, in un’intervista concessa a DAZN, ha parlato in modo chiaro sull’eredità di Rossi: «Non mi sento l’erede di Valentino, perché penso sia impossibile fare quello che ha fatto lui. Sarà difficile stare qui senza di lui, visto che siamo sempre stati assieme, ma ha fatto la scelta giusta per sé. L’ho visto rilassato e diventerà anche papà, ne sono felice».
Facile indicare tra i piloti della VR46 un possibile erede del Dottore, ma Pecco giustamente spiega che non è possibile che ci sia qualcuno in grado di replicare le sue gesta. Ciascuno deve fare il proprio percorso e i paragoni a volte creano più danni che benefici. L’era Rossi sta per concludersi e toccherà ad altri rider italiani prendersi completamente la scena, sperando che possano avere successo in MotoGP.