Max Verstappen è riuscito a prevalere nelle qualifiche del suo Gran Premio di casa in Olanda per un soffio. Colpa degli inconvenienti
L’obiettivo di conquistare la pole position al Gran Premio d’Olanda è stato centrato per Max Verstappen. Ma se lo è dovuto sudare: appena 38 millesimi, alla bandiera a scacchi, hanno separato il suo miglior tempo da quello del rivale diretto nella corsa al titolo iridato, Lewis Hamilton, qualificatosi subito alle sue spalle.
Colpa anche di un inconveniente: l’idolo locale, infatti, non ha azionato l’ala posteriore mobile nell’ultima curva e nel breve allungo successivo che conduceva al traguardo. Non certo per scelta, ma per un problema nell’attivazione. Che non è stato neanche l’unico a fargli perdere tempo.
“Non sapevo neanche che l’ala fosse chiusa, devo controllare”, spiega sbalordito davanti ai giornalisti al termine delle prove ufficiali a Zandvoort. “Per me i problemi sono iniziati prima, alla curva 3. L’asfalto era sconnesso, la macchina ha sobbalzato e io per sbaglio sono salito due volte di marcia. Avevo due decimi di vantaggio e così ne ho perso uno e mezzo prima della curva 7”.
Max Verstappen poteva fare molto meglio
Tra alettone e cambio, dunque, il suo giro finale è stato tutt’altro che ideale: “Di sicuro potevo fare un tempo più veloce, per fortuna mi è bastato per la pole”. Secondo il suo team principal Christian Horner, “probabilmente il Drs gli è costato un altro decimo o un decimo e mezzo. Ma ha messo insieme una prestazione straordinaria sotto grande pressione, di questo sono contento”.
Nonostante tutto, è arrivata la sesta partenza al palo negli ultimi sette Gran Premi, la decima in carriera. “La sensazione è incredibile”, racconta. “Il pubblico è pazzesco, la macchina bella da guidare e la pista divertente, a serbatoi vuoti. Non potevo chiedere una posizione di partenza migliore, visto che qui è dura sorpassare. Ma non mi aspetto una gara facile: dovremo percorrere molti giri a gran velocità, che mandano in crisi le gomme. Oggi è andata bene, spero di finire il lavoro domani”.
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