L’ex team principal di Benetton e Renault, Flavio Briatore, attacca la gestione del Gran Premio d’Italia di questo weekend a Monza
Sarà un Gran Premio d’Italia con le porte aperte, ma con gli spalti vuoti (o quasi). La vendita dei biglietti per la tappa di Monza del campionato del mondo di Formula 1 si è tramutata in un flop. E una vecchia volpe del circus come Flavio Briatore ha le idee chiare sui motivi.
La crisi di risultati della Rossa di Maranello non c’entra niente: “Io sono venuto per vent’anni a Monza e gli spalti erano sempre pieni”, ricorda l’ex team principal iridato di Benetton prima e Renault poi. “Sì, la Ferrari influisce, ma la gente che ama i motori viene lo stesso”.
Per Briatore è colpa delle norme anti Covid
Il motivo principale di questa scarsa adesione da parte dei tifosi è da ricondurre all’incertezza legata alle limitazioni contro la pandemia e ai certificati verdi.
“Mi sembra di rivivere la vicenda della chiusura delle discoteche”, prosegue Briatore ai microfoni della Gazzetta dello Sport. “In Italia ci distinguiamo sempre, una follia. Sono convinto che a Monza ci sarebbe stato il pienone se avessero consentito l’ingresso a tutti coloro che sono in possesso del green pass, come avrebbero dovuto fare appunto con le discoteche”.
I tagliandi per Monza costano troppo
L’imprenditore piemontese fa notare la differenza di trattamento con altri eventi sportivi andati in scena quest’estate: “Hanno consentito le ammucchiate nelle piazze durante gli Europei di calcio, con centinaia di persone che si gridavano in faccia e si baciavano. La F1 ha fatto davvero tanto per combattere il Covid con le sue bolle. Un GP italiano così sotto tono non ha senso”.
La ciliegina sulla torta è stata il prezzo eccessivo: “La gente deve mangiare, magari dormirci a Monza, servono biglietti più economici. Ma ripeto: dovevano aprire prima e tutto come negli altri GP”.
LEGGI ANCHE —> Leclerc e Sainz in coro: “Monza dura per la Ferrari, ma bisogna sognare”