Il Circus non si fermò neanche dopo la tragedia dell’11 settembre. Il GP d’Italia si corse lo stesso, nonostante i piloti avessero chiesto lo stop
Una data nel nuovo millennio ha segnato la storia: 11 settembre 2001. Negli Usa una serie di attacchi portò alla morte di migliaia di persone tra Washington e New York. Il mondo, dopo quella data, non fu più quello di prima. Una tragedia che sconvolse tutti, anche il mondo dello sport. E la F1 non ne fu esente.
L’omaggio della F1 dopo l’11 settembre
Dopo la tragedia dell’11 settembre, il Circus si apprestava a vivere uno dei weekend più spettacolari, quello di Monza. Nel tempio della velocità però di spettacolo c’era ben poca voglia. L’atmosfera era cupa come non mai, anche se la Ferrari era pronta a festeggiare i titoli Piloti e Costruttori, conquistati con tre gare di anticipo, proprio sul circuito di casa.
Nonostante la poca voglia di scendere in pista dei piloti dopo una tragedia simile, il 13 settembre la FIA confermò regolarmente l’evento, con gli organizzatori che però, capendo il momento, cercarono di rendere il Gran Premio il più sobrio possibile. Furono annullati infatti tutti gli appuntamenti prima e dopo la gara domenicale, comprese le Frecce Tricolori e le celebrazioni sul podio.
In ricordo delle vittime dell’11 settembre, la F1 volle rendere un omaggio sentito. Sulla griglia di partenza furono molte le scuderie che decisero di dedicare una parte delle loro vetture al ricordo e al cordoglio, dipingendo una bandiera americana o un simbolo di lutto. Più di tutte però fece la Ferrari: il musetto della F2001 fu listato a lutto, mentre tutta la carrozzeria venne ripulita dai loghi degli sponsor, e lo stesso procedimento venne compiuto sulle tute di piloti e meccanici.
Tutti in pista, nonostante tutto
I piloti però quel weekend proprio non volevano correre. Ad aggravare la situazione arrivò anche il terribile incidente di Alex Zanardi, che scosse profondamente il paddock. L’intera griglia chiese a gran voce a Bernie Ecclestone di non correre il GP d’Italia 2001. Ma per onorare le vittime dell’11 settembre, lo spettacolo andò avanti lo stesso.
Scattato dalla pole, Juan Pablo Montoya vinse il suo primo GP in F1 davanti a Rubens Barrichello e Ralf Schumacher. Ai piedi del podio il fratello Michael, ma il risultato sportivo passò in secondo piano. Nessuno aveva voglia di festeggiare e ben presto quel weekend di Monza finì nell’oblio.
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