Joan Mir conquista il podio ad Aragon e accorcia le distanze dalla leadership. Ma il campione in carica non festeggia il terzo posto.
Joan Mir non riesce ad agguantare la prima stagionale al MotorLand di Aragon, ma mette i piedi sul podio e accorcia le distanze dalla testa della classifica. Un buon risultato che gli permette di tenere aperti i giochi per il titolo mondiale e difendere quel titolo conquistato nel 2020. “Partire da dietro è sempre complicato, senza nessuna possibilità di passare gli altri in rettilineo. Così è difficile, io voglio vincere. Ci manca accelerazione, vorrei partire con le stesse condizioni degli altri”.
Da tempo il maiorchino della Suzuki lamenta un pacchetto tecnico rimasto sostanzialmente identico a quello dello scorso anno, che non ha aggiunto cavalli al motore, non ha migliorato nelle qualifiche e continua a lamentare problemi sul rettilineo. “Mi aspettavo una gara così. Ho guidato al meglio che potevo, ma non avevo lo stesso grip che avevo durante le prove, non so se per la temperatura o perché sono partito dietro a Miller. Io faccio linee molto differenti e quando sono davanti posso girare come Bagnaia e come Marquez. Bisogna migliorare la qualifica, partire più avanti – ha aggiunto Joan Mir -. Qui la Suzuki ha lavorato bene, io mi sento forte come sempre, è stata una gara molto più veloce dell’anno scorso”.
Il sogno di difendere il titolo si affievolisce gara dopo gara pur restando ancora vivo. Ma ad Hamamatsu si lavora per fare tesoro di questa annata e migliorare sensibilmente per il prossimo anno. “Dobbiamo capire cosa è successo nel 2021 perché non accada nella prossima stagione, siamo indietro rispetto alle evoluzioni degli altri. Adesso stanno lavorando forte, bisognava farlo prima. Credo che avremo una moto più competitiva nel 2022”, si augura Joan Mir. Prossima gara a Misano fra meno di una settimana.