Lo scontro tra Max Verstappen e Lewis Hamilton ricorda molto la sfida tra Ayrton Senna ed Alain Prost a fine anni Ottanta. Con incidenti anche molto simili
Uno scontro sempre più duro quello tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. Una sfida che la F1 non viveva da tempo. Almeno così serrata, così “maschia”. Già perché negli anni di duelli per il Mondiale ce ne sono stati: da Schumacher-Hakkinen a Schumacher-Alonso, passando per Hamilton-Rosberg e Alonso-Vettel. Ma difficilmente se ne ricorda uno così.
Forse solo la sfida tra il campione del mondo in carica e il compagno di scuderia, che poi conquisterà il suo primo e unico titolo nel 2016, può richiamare quella attuale tra Max e Lewis. Una rivalità che in questa stagione ha vissuto momenti davvero ad alta tensione. E rischia davvero di andare sempre oltre. E lo ha capito anche il team principal Mercedes Toto Wolff, che per la prima volta ha richiamato all’ordine anche il suo protetto Hamilton, facendogli capire che di “falli tattici” ne ha piene le scatole.
Da inizio stagione i duelli corpo a corpo cominciano infatti ad essere troppi. Quello di Silverstone è stato forse il più eclatante prima di questo di Monza. Ma stavolta è evidente che il destino ci abbia messo ancora una volta lo zampino, perché lì Verstappen ed Hamilton, appaiati alla prima curva, non dovevano esserci: uno perché Verstappen aveva perso troppo tempo nel suo pit stop e doveva essere invece più avanti, dall’altra quei due secondi in più impiegato sempre ai box da Hamilton hanno fatto sì che uscisse proprio in faccia all’olandese.
E che sarebbero state scintille lo si era capito già dopo il contatto a inizio gara. Niente di eclatante, ma comunque una mini-sportellata che faceva capire quanto Verstappen avrebbe difeso alla morte la sua posizione sul rivale. E il patatrac finale è solo la conseguenza di questo. Anche se in verità il dubbio che l’olandese lo abbia cercato, a un certo punto, l’incidente, viene. Anche perché memore di quanto accaduto nel GP di Gran Bretagna, una piccola vendetta, sotto sotto, ci stava.
Una rivalità forte, accesa, che a molti ieri ha ricordato quella tra Ayrton Senna e Alain Prost a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta. Impressi nella mente di milioni di tifosi ci sono ancora quei contatti in Giappone, che in due stagioni ravvicinate hanno deciso il destino del Mondiale. Prima con Prost che ne ha beneficiato e poi il brasiliano.
Due incidenti con dinamiche davvero molto simili. Il primo, quello del 1989, quasi come quello di ieri a Monza, con uno a chiudere la porta in maniera decisa, impedendo al rivale di ripartire. L’altro, quello del 1990 al via, che richiama alla mente il contatto tra Verstappen e Hamilton a Silverstone. Ma se quelli costarono nell’immediato il titolo, questi potrebbero essere determinanti alla lunga. Perché in mezzo ci sono ancora diversi GP, che possono spostare la bilancia in un senso o nell’altro.
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