Da anni non si vedeva un manager tanto potente come Wolff in F1. Burattinaio di piloti e adesso forse anche di costruttori.
Belloccio, potente, galantuomo e scaltro. In una parola Toto Wolff. Il dirigente più amato dalle donne del paddock è quanto di più attraente e allo stesso tempo inquietante ha regalato la F1 nell’ultimo decennio. Per qualche oscuro motivo, l’austriaco riesce a muovere i fili della serie come neanche la FIA o lo stesso CEO Stefano Domenicali.
Dal suo ingresso nel Circus ha potuto permettersi di avere quotazioni in Williams, di piazzare a Grove come collaudatrice la moglie Susie, di spostarsi in Mercedes con ancora interessi finanziari nel team inglese, di inserire i suoi pilotini nelle varie scuderie, di acquisire azioni dell’Aston Martin, di influenzare le decisione della Federazione, ed ora potrebbe anche agevolare l’ingresso di nuovi marchi.
Sì, perché a Monza il 49enne ha rivelato di voler far cambiare idea ai vertici dello sport a proposito dei motori, così che la Volkswagen possa farsi largo nella classe regina.
Manco farlo apposta, proprio in Italia lo scorso weekend il viennese ha già ottenuto una prima vittoria, ovvero quella di far posticipare l’adozione delle nuove PU dal 2025 al 2026 e ora starebbe spingendo per evitare che i propulsori vengano rivoluzionati.
In sintesi per agevolare l’entrata della Casa tedesca Wolff avrebbe domandato alla F1 di mantenere lo status quo delle power unit. Ciò significa l’applicazione di qualche ritocco, nella fattispecie la rimozione della costosa MGU-H, ma nulla di più, in modo che per il costruttore non vi sia l’esigenza di investire eccessivo denaro.
Come già riportato in precedenti articoli, il gruppo di Wolfsburg, dal canto suo, avrebbe richiesto il passaggio alle quattro ruote motrici, nonché un’enfasi maggiore sulla componente elettrica del motopropulsore.
Il buon Toto riuscirà ad averla vinta anche in questa occasione?
Chiara Rainis