Pietro Bagnaia, il padre di Pecco, dice la sua a proposito dell’investitura fatta da Valentino Rossi a suo erede dopo la vittoria di Aragon
Quello di domenica è stato un Gran Premio di Aragon che, ne siamo sicuri, Pecco Bagnaia non dimenticherà molto facilmente. Prima ha conquistato quella vittoria in MotoGP che fino a quel momento gli era sempre sfuggita, con pieno merito e al termine di una battaglia all’ultimo sangue con Marc Marquez.
Poi ha incassato i complimenti e l’investitura nientemeno che dal suo mentore Valentino Rossi, il quale ha indicato proprio nel ducatista, oltre che in Franco Morbidelli, i suoi due eredi che lascerà all’Italia del motociclismo dopo il suo ritiro dalle corse. Una nomina non scontata, pesante, di quelle che fanno tremare le vene ai polsi. Ma sulla quale papà Pietro Bagnaia preferisce mantenere la cautela. Augurando però al figlio di raccogliere dal suo maestro Vale almeno qualche dote importante.
“Non so se si possa dire che sarà il suo erede”, ha commentato ai microfoni di Tuttosport. “E ci sono anche altri italiani forti ed emergenti. Come Luca (Marini, ndr) e Bez (Marco Bezzecchi, ndr), tutti cresciuti con e grazie a Valentino. Lui è e sarà insostituibile, ma vorrei che Pecco fosse il suo erede nell’essere un esempio per i giovani, corretto e felice come Valentino. E nell’avere e trasmettere la sua passione per la moto”.
Di certo il ruolo del fenomeno di Tavullia, attraverso la sua accademia, è stato centrale per permettere a Pecco di compiere il salto di qualità definitivo nel Motomondiale. Lo racconta lo stesso Pietro Bagnaia.
“C’è stato l’ingresso nel Mondiale con il Team Italia della Federazione, ma lì non c’era passione. Anzi”, ricorda. “A Pecco serve sentire un team felice attorno, lì soffriva. Aveva sedici anni, ma era disperato. Venne da me: ‘Papà, il mio sogno sta diventando un incubo’. È stato allora che è arrivato Valentino a salvarlo, decidendo con Uccio (Alessio Salucci, ndr) e Albi (Alberto Tebaldi, ndr) di creare la sua Academy, l’inizio di un’avventura che oggi è diventata una famiglia fantastica, della quale ora anch’io faccio parte”.
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