Ferrari sotto la lente d’ingrandimento della Federazione dopo l’incidente occorso a Sainz nel corso dell’FP2 a Monza.
Le immagini del violento botto di Carlos Sainz contro le barriere della chicane Ascari nel corso della sessione di prove libere del sabato a Monza hanno colpito molti. Lo strano movimento in avanti fatto dal pilota spagnolo al momento dell’impatto ha fatto sorgere dei dubbi che ci potesse essere stato un problema all’interno dell’abitacolo.
Come noto le cinture di sicurezza delle monoposto e delle vetture da rally presentano cinque punti di attacco, in modo che, anche in caso di collisione chi è al volante non rischi di venire sbalzato fuori, ma evidentemente qualcosa nel Tempio della Velocità non ha funzionato. O meglio c’è stato qualcosa di poco chiaro.
Per questo i federali hanno deciso di analizzare dati e video per cercare di capire cosa può essere successo. Stando al primo parere del direttore di gara Michael Masi è normale che le cinte abbiano un po’ di gioco, tuttavia il caso specifico potrebbe fare scuola.
“Faremo un approfondimento per vedere se si può migliorare qualcosa”, ha affermato il responsabile di corsa.
Per alcuni quello spostamento in avanti del #55 potrebbe essere stato causato dal cattivo funzionamento del collare HANS. Un’ipotesi che il madrileno ha subito voluto scartare, imputandolo alla natura del crash.
A questo proposito il dirigente australiano ha sottolineato come incidenti del genere non possano far altro che suscitare interesse nell’ente che gestisce la parte sportiva e tecnica della F1 in quanto si può sempre fare qualcosa in più per minimizzare le conseguenze dei sinistri.
“Personalmente mi sento incoraggiato quando vedo che le misure di sicurezza e i progressi che abbiamo fatto in questo campo danno i loro frutti, che si tratti dell’halo, piuttosto che dell’equipaggiamento del pilota, o del design della macchina. Ciò malgrado la volontà è di non fermarsi mai nell’evoluzione”, ha chiosato il 42enne.
Chiara Rainis
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