Paolo Ciabatti, direttore sportivo Ducati Corse, parla della situazione attuale di Marc Marquez all’indomani della gara di Aragon.
Restano ancora vive le immagini della sfida tra Pecco Bagnaia e Marc Marquez al MotorLand di Aragon, conclusa con la vittoria del piemontese all’ultima curva, dopo aver resistito a ben sette tentativi di sorpasso da parte del campione di Cervera. Si arriva a Misano con il vento in poppa, convinti del proprio potenziale dopo un successo epico che resterà a lungo negli annali di storia.
Poco conta che il fuoriclasse HRC non fosse in perfette condizioni. Nella gara di Aragon ha dato il massimo potendo contare su un layout antiorario, una pista amica e in uno stato fisico quasi impeccabile. E’ pur vero che per Marc si tratta di una delle peggiori stagioni in carriera. “Penso che forse eravamo tutti troppo ottimisti sulla prestazione di Marc all’inizio della stagione”, ammette Paolo Ciabatti, direttore sportivo di Ducati Corse, in un’intervista a SPEDWEEK.com.
Le condizioni di Marc Marquez
Erano in molti a credere che sarebbe tornato subito ai livelli precedenti all’infortunio. E invece, complice anche una RC213V che accusa dei ritardi tecnici e un pessimo feeling con le nuove gomme Michelin, Marquez si ritrova a faticare per essere al top. “Pensavamo che un pilota così eccezionale dovesse essere in grado di rimettersi in forma velocemente. Ma si è scoperto che aveva altri problemi, gli faceva male la spalla e gli mancava la forza nella parte superiore del braccio destro – ha proseguito Paolo Ciabatti -. A volte è stato in grado di essere veloce, ma non sull’intera distanza di gara. È stato difficile per lui in alcuni tratti”.
Difficile dividere le cause tra lo stato di salute e i motivi tecnici. A vincere o a perdere è sempre l’intero pacchetto pilota-moto. “Non posso giudicare se ci sono altre cause. Marc ha sopportato a lungo il dolore, la sua riabilitazione è durata più di otto mesi, ha dovuto subire tre operazioni, quindi il dolore è tornato più volte. Questa lunga assenza dalle piste ha un po’ ferito la sua fiducia. È un essere umano…”.