Un bis davvero importante per Bagnaia, che però già sposta l’obiettivo al 2022. Stoico Marquez, mentre Valentino Rossi soffre ancora una volta
I colori azzurri brillano sul cielo di Misano. E quello più splendente è il rosso Ducati. Merito di un Pecco Bagnaia ancora una volta strepitoso.
Ad Aragon ha rotto il ghiaccio sul serio. Ora questo Bagnaia sarà difficile da fermare. Veloce sin dalle prime prove, un martello in gara e capace di leggere ogni fase. Proprio come in Spagna, il torinese ha portato a casa la gara seguendo un copione ben preciso e nel momento di difficoltà ha saputo adattarsi, soffrire. E questo lo ha portato ad essere il migliore.
Se ad Aragon era stato Marquez a metterlo sotto pressione, stavolta c’ha pensato quel Fabio Quartararo a cui avrà pur tolto pochi punti in chiave iridata (ora il distacco è di 48 lunghezze), ma che ora, al di là dei convenevoli post gara, comincia ad avere davvero timore di Bagnaia. Perché il mix Pecco-Ducati per ora è imbattibile. E lo ha ammesso lo stesso pilota italiano a fine gara, dove però ha anche spostato già l’attenzione al 2022, quasi conscio di un recupero impossibile già quest’anno in chiave iridata. Ma perché non continuare a crederci?
Come ci ha creduto Enea Bastianini, esempio lampante di quanto il lavoro alla fine paghi, proprio come Bagnaia. Ha sofferto a inizio stagione, poi ad Aragon quella scintilla è scoccata e ora un podio inaspettato quanto meritato. La Ducati crede in lui e se si confermerà ad alti livelli fino a fine stagione, chissà che nel 2023 non ci scappi la promozione.
Un capitolo a parte lo merita Jack Miller, che dopo un inizio scintillante ha ceduto i gradi di capitano a Bagnaia e ora è costretto a inseguire il capo. Ma senza successo. Oggi doveva essere lui lo scudiero capace di togliere punti a Quartararo, e invece si è sciolto al sole. Anche Pecco ha sofferto nel finale per la gomma morbida montata al posteriore, ma l’australiano ha ceduto ben prima.
Chi invece non ha mollato, nonostante tutto, è stato Marc Marquez. Quel braccio ormai preoccupa eccome lo spagnolo e il suo staff, tanto che non si esclude un nuovo intervento. Ma alla fine, nonostante il dolore, ha portato a casa un quarto posto importante per il morale.
Morale che invece è sotto le scarpe in casa Suzuki. Detto dell’ennesima scivolata di Alex Rins, vera delusione di stagione, Joan Mir sta concludendo il Mondiale lasciando lo scettro praticamente senza mai lottare. Ha lottato, e tanto, contro una M1 che non ne vuole sapere di assecondarlo, Valentino Rossi, diciassettesimo dopo l’ennesima gara sofferta. Speriamo che Misano 2 possa sorridergli di più. Cosa che accadrà senz’altro a Franco Morbidelli e Andrea Dovizioso, alle prese con un rientro più difficile del previsto ma che rispetto al Dottore possono guardare con ottimismo al futuro.
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