Pur non avendo vissuto un’esperienza positiva nel biennio trascorso insieme, la Ducati e Valentino Rossi sono comunque rimasti legati
Il sodalizio sportivo tra le due grandi realtà italiane del motociclismo, Valentino Rossi e la Rossa, il biennio che il Dottore trascorse a Borgo Panigale, non andò certamente secondo i piani.
Eppure la Ducati non ha perso il rispetto e la stima nei confronti del nove volte campione del mondo, come dimostrano le parole pronunciate dall’amministratore delegato Claudio Domenicali per celebrare il finale di carriera del fenomeno di Tavullia.
L’elogio di Claudio Domenicali a Valentino Rossi
“Valentino ha rappresentato un fenomeno di proporzione epocale, la sua è un’eredità pesante”, ha dichiarato ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Ci sono tanti centauri italiani promettenti, dunque, ma ancora nessuno in grado di raccogliere il testimone del numero 46, secondo il grande capo della Casa bolognese.
“Vedo piloti forti, ma che devono costruirsi a livello mediatico”, prosegue. “La commistione tra una prestazione in pista straordinaria e questa capacità di essere un guascone è un unicum”.
Cosa ha imparato la Rossa dalla Academy
Ma c’è un altro grande retaggio che Valentino Rossi lascerà alle sue spalle dopo il suo ritiro: la VR46 Riders Academy, il vivaio per i giovani motociclisti emergenti che ha lanciato un’intera generazione di fortissimi talenti nostrani. Domenicali parla di un’autentica “visione”: “Gran parte di quel che Pecco e Morbidelli stanno ottenendo lo devono a un certo modo di allenarsi e stare assieme”, prosegue. “Mi piace pensare che pure Ducati segua lo stesso percorso”.
Insomma, per certi versi la Rossa si ispira addirittura a Rossi. Tanto da averne anche ingaggiato uno degli allievi più illustri, Pecco Bagnaia, che ha conquistato il numero uno del suo marchio: “Io sono innamorato di Pecco”, ammette. “I piloti sono organismi delicati, in certi momenti entrano in una condizione magica in cui si fidano della squadra, della moto… ecco, Pecco è in questa situazione”.
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