Andrea Iannone ha fatto visita al paddock durante il week-end di Misano. La rabbia per la squalifica di 4 anni brucia ancora.
Andrea Iannone sta scontando una squalifica di 4 anni per doping e la sanzione terminerà fra un anno e mezzo. Una situazione che il pilota non ha mai digerito, soprattutto perché la FIM aveva inizialmente accolto la tesi della contaminazione alimentare penalizzandolo per 18 mesi.
Alla fine la stangata è arrivata dalla WADA e dal Tas che lo hanno costretto a dire definitivamente addio alla carriera in classe regina. “È difficile spiegare come sto. È come se avessi qualcosa dentro di me che mi uccide ogni giorno – ha detto ad ‘AS’ nel corso del week-end a Misano -, perché non mi lasciano fare quello che sapevo fare meglio, ovvero andare in moto. Mi manca ogni giorno. Prima di andare a letto ogni sera e quando mi alzo ogni mattina, mi sento un motociclista e mi alleno come un pilota. Vivo come se fossi un pilota , ma non posso continuare a pensare solo a quello, perché se no mi uccido o impazzisco totalmente”.
Il futuro di Andrea
Da sempre Andrea Iannone ha invocato un regolamento più chiaro, con un elenco delle sostanze vietate più dettagliato per il mondo delle due ruote. Il Drostanolone, la sostanza a cui è risultato positivo, non serve ad aumentare le prestazioni del pilota e inoltre l’analisi del capello lo scagionerebbe da ogni accusa. “Se qualcuno fa qualcosa che non va, ovviamente deve essere penalizzato. Ma ogni sport deve essere diverso”.
Nel futuro del pilota abruzzese c’è ancora il mondo delle corse, non ha perso l’entusiasmo di ritornare. “Ma non so se come pilota. È difficile pensarci adesso. Quando si fa un sogno, il sogno rimane e può essere messo in pausa e poi recuperato, ma non è giusto pensare ora se tornerò o meno come pilota. Non so cosa accadrà tra un anno e mezzo”.