Michel Fabrizio dice basta, dopo la morte di Berta Vinales annuncia il ritiro e attacca la FIM, citando anche Valentino Rossi e Marc Marquez.
La notizia della morte di Dean Berta Vinales ha scioccato il paddock del Mondiale Superbike. Il pilota della Supersport 300 è deceduto in seguito a un brutto incidente nella Gara 1 a Jerez. È stato colpito da altri colleghi dopo una caduta e non è stato possibile salvargli la vita.
In seguito all’ufficialità della scomparsa dello spagnolo, è stata cancellata tutta l’attività prevista in pista per il pomeriggio. Doveva essere deciso se correre o meno oggi, alla fine in accordo con la famiglia del 15enne ragazzo è stato scelto di gareggiare per onorarlo. Una decisione che non ha trovato tutti d’accordo.
Michel Fabrizio, pilota del Mondiale Supersport 600, ha scritto un duro post sulla sua pagina ufficiale Facebook. Ha esposto delle critiche e ha annunciato anche il suo ritiro dalle corse. Di seguito il suo sfogo integrale:
«Domani mi rifiuterò di correre per rispetto della vita umana. E mi ritiro. È il momento di dire basta. Oggi ho assistito ad una brutta giornata, la perdita di un pilota di soli 15 anni. Gare così ne ho viste tante in questa categoria, e ogni volta che ne finiva una, si tirava un sospiro di sollievo perché era andata bene. Ma purtroppo non sempre va bene e oggi è successo l’imprevedibile o forse quello che si sapeva potesse accadere.
Sono sdraiato da più di 5 ore sul letto del mio hotel a guardare il soffitto, ripensando ai momenti belli che questo sport mi ha regalato.
Ma rientrando dopo 6 anni ho visto questo mondo cambiato.
Ho visto un’indifferenza da parte della Federazione Internazionale: schierare 42 bambini nella Yamaha Cup (fortunatamente è filato tutto liscio, nel 2021) e altri 42 nel Mondiale 300.
Troppi, troppi piloti con poca o addirittura pochissima esperienza, e questo non succede solo nel mondiale, ma anche in campionati nazionali, dove per fare cassa si prende tutto, fino all’ultimo posto disponibile.
Valentino Rossi anni fa, quando Marquez è entrato in MotoGP, è stato hanno criticato, dicendo che si lamentava per le manovre di Marquez “scorrette”. Bisogna dargli ragione. Marc è diventato un punto di riferimento: questi giovani emulano le sue gesta, facendo sorpassi troppo a limite, appoggiandosi al proprio avversario rischiando ogni centimetro.
Aggiungiamo che mi ritiro dal mondo delle corse per mandare un messaggio forte di protesta! Affinché le regole cambino per la salvaguardia delle vite umane. Il problema c’è nella Moto3, nella Talent Cup e nei campionati nazionali! Oltre a ciò vanno riviste anche le piste che devono prevedere spazi di fuga migliori! Vedi l’incidente di Valentino che ha rischiato di morire per una pista fatta male. Vedi il Red Bull Ring, dove i piloti cascano e rimangono fermi in mezzo alla traiettoria! Tutto ciò dipende dalla FIM che non svolge un ruolo di salvaguardia verso la vita ma predilige semplicemente il business!
È ora che intervenga la politica di ogni nazione! Il primo che lanciò un messaggio forte fu Ayrton Senna, che disse come alcune piste fossero pericolose, e solo dopo la sua morte si intervenne. Ad oggi nella Formula 1 ci sono meno morti, invece nel motociclismo ultimamente c’è un’ecatombe!»
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