Nell’ultimo anno di carriera Tony Cairoli conquista il trofeo delle Nazioni che ancora mancavano nel suo curriculum.
L’Italia del Motocross porta a casa il trofeo della Nazioni, giunto alla 74esima edizione. Un titolo che mancava dal 2002, ma che stavolta Tony Cairoli, Alessandro Lupino e Mattia Guadagnini hanno strappato alla corazzata olandese di Herlings, Coldenhoff e Van de Moosdijk, lottando fino all’ultimo metro.
Nell’ultima manche le cose si sono complicate, con Alessandro Lupino che ha ricevuto un penalty di posizioni per essere rientrato alla curva successiva dopo essere stato spinto fuori da un avversario. “Non sono potuto rientrare in pista perché c’era il laghetto, l’ho fatto in curva 2. Dallo speaker ho sentito “Penalità per Lupino” e sono andato in tilt, mi son detto “l’ho combinata grossa”. E nel tentativo di recuperare, Lupino è caduto: “Ho sbattuto forte. Vedevo tutto nero, non capivo dove fosse la pista. Dal box mi dicevano che dovevo passare il pilota davanti a me per vincere il Nazioni… Nel finale sono andato oltre le mie possibilità e l’ho passato. È stata la gara più difficile della mia vita”.
A Tony Cairoli, giunto al so ultimo anno di carriera, questo trofeo mancava nel suo palmares. Appena una settimana fa aveva subito una brutta caduta a Riola Sardo che lo ha costretto a fare da spettatore all’ultimo round MXGP. Ha preso antidolorifici per essere a Mantova. “In gara 1 Coldenhoff mi ha visto e ha allungato la staccata, finendomi addosso e pregiudicando la mia e la sua gara. Ci siamo fatti anche un po’ male perché tutto il gruppo ci è venuto addosso”, racconta il nove volte campione del mondo. Il caso ha voluto che vincesse questo Mondiale con il numero 46… “Una piacevole casualità, ma quando corri non pensi al numero che hai”. Dopo il ritiro del numero 222 per Cairoli arriva la ciliegina sulla torta di una carriera senza eguali.
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