Il motore della Mercedes, un tempo il suo punto di forza, ora desta perplessità, sia sul fronte dell’affidabilità che delle prestazioni
Le nubi che si addensano sulla testa della Mercedes sono sempre più nere, almeno tanto quanto la livrea della monoposto. A preoccupare i campioni del mondo in carica non sono solamente le prestazioni sempre più convincenti del rivale della Red Bull, Max Verstappen, ma anche i guai che Brackley si ritrova in casa.
Che riguardano, primo tra tutti, il motore: proprio quello che era stato il principale punto di forza della scuderia anglo-tedesca per tutta l’epoca turbo-ibrida della Formula 1 contemporanea. Oggi, invece, quel propulsore una volta imbattibile è diventato fonte di timori. Sul fronte della tenuta tanto quanto su quello delle performance.
Lo dimostra il fatto che, per la seconda gara di fila, dopo Monza anche a Sochi, sulla vettura di Bottas è stata presa la misura precauzionale di installare una nuova power unit. “Non solo per averne uno nuovo a disposizione, ma anche per comprenderne le prestazioni”, ha confessato il team principal Toto Wolff. “Le stiamo rivalutando, perché abbiamo dei dubbi”.
Gli ingegneri, insomma, si ritrovano con diversi grattacapi: “Dobbiamo assicurarci di risolvere davvero tutti i problemi, non solo per quest’anno ma anche per il prossimo”, prosegue il manager austriaco. “Decisamente siamo in fase di valutazione su come proseguire la stagione in termini di motori”.
E così il rischio è quello che un’eventuale rottura possa rivelarsi decisiva nella corsa al Mondiale: “Tra affidabilità e prestazioni c’è sempre un confine sottile che bisogna azzeccare”, conclude Wolff. “Ovviamente un ritiro sarebbe molto negativo per il campionato. Nessuno, né noi né i nostri concorrenti, si può permettere uno zero in un Gran Premio“. Per evitarlo, dunque, bisogna lavorare. E sodo.
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