Raikkonen si mette in mostra in Russia. Aiutato dall’acquazzone degli ultimi giri, il finnico ha portato l’Alfa Romeo a punti.
Mentre il compagno di box Giovinazzi era alle prese con problemi di radio, Raikkonen ha fatto la differenza. Perché sì, considerata la monoposto che guida, aver terminato in ottava piazza in condizioni tanto insidiose come quelle in cui si presentava il circuito di Sochi nelle tornate finali del GP, ha il sapore dell’impresa, del miracolo.
Anche se non è la prima volta quest’anno che Iceman chiude in top 10, esserci riuscito sul “sapone” russo gli rende ancor più onore. A 41 anni e con un ritiro in previsione a fine stagione avrebbe potuto starsene tranquillo, magari farsi sfilare, ed invece ha dato battaglia, ha combattuto, per quanto possibile pure con Lando Norris e la sua più competitiva McLaren.
“Sono partito bene e ho recuperato qualche posizione. In seguito sono stato in scia all’Alpine di Ocon per buona parte della corsa”, ha analizzato il suo gran premio. “L’auto si è comportata a dovere, ma siamo stati troppo lenti a risalire. Avevo la sensazione di essere più competitivo, ma sul dritto non riuscivo assolutamente ad avvicinarmi per passarlo”.
Nuovamente la poco performante unità Ferrari ha fatto la differenza in negativo, ma la buona tattica adottata al momento dello scroscio ha permesso al driver di Espoo di avere la meglio su altri avversari.
“Fortunatamente abbiamo azzeccato la scelta del cambio gomme non appena ha cominciato a piovere”, ha spiegato. “Ho immediatamente avvertito che la pista stava diventando troppo umida per restare con le slick, così ho deciso di montare le intermedie prima degli altri. E alla fine questo atteggiamento ha pagato”.
L’esperienza e la sensibilità hanno dunque giocato a suo favore, ma la vettura ha fatto altresì il suo compito. “Non eravamo messi male e mi è stato possibile compiere qualche sorpasso”, ha chiosato, umile abbastanza da non ricordare che veniva da due GP di stop per positività al Covid.
Chiara Rainis