Il boss della Ferrari Binotto ha deciso di svelare il motivo per cui la scuderia ormai da tempo non riesce a fare un weekend perfetto.
Se va bene Leclerc, Sainz è in crisi. Se Charles è perso, Carlos si esalta. La Ferrari non è mai stata campionessa di costanza e non fosse per l’epoca d’oro di Schumacher non è mai stata in grado di collezionare doppiette come invece sta facendo dal 2014 la Mercedes. Dunque non lascia certo basiti che, in questa stagione di passaggio, di transizione verso una nuova generazione di monoposto, le performance del Cavallino siano difformi e spesso caratterizzare da errori di valutazione.
La vera ragione dei momenti di impasse rossi
Eppure, il responsabile del muretto Mattia Binotto si è sentito in dovere di fornire una sua spiegazione alle numerose débâcle accumulate finora. Dunque, la conclusione a cui è arrivato è che se a Maranello non sempre tutto fila liscio è colpa della stanchezza.
Quella spossatezza mentale e fisica che ha portato il garage modenese a giubilare per il podio del #55 in Russia, visto quasi con sollievo, ma a sbagliare per quanto concerne la sosta del “Predestinato” nelle fasi più delicate della corsa. Uno scivolone per cui il dirigente si è scusato, consapevole che il #16 avrebbe potuto ottenere molto di più sul Mar Nero, specialmente alla luce dell’entusiasmante rimonta operata dopo la penalità per la sostituzione del motore.
“Impareremo da questa lezione”, ha asserito a Sky Italia, indicando come il team necessiti di migliorare in ogni area. “Per un pit stop abbiamo perso posizioni”, la constatazione amara a cui ha fatto seguire una riflessione. “Quello che stiamo affrontando è un campionato denso e inteso, quasi senza riposo”, ha detto. “Ci sono stati diversi eventi consecutivi, di conseguenza anche la fatica fisica andrebbe tenuta in conto”.
Chiara Rainis