Torna in auge il tema degli sponsor tabaccai, un tempo presenti in gran quantità in F1. Nel mese di agosto si sarebbe mobilitato anche il Ministero della Salute.
Un tempo sulle auto e le moto più veloci del pianeta campeggiavano i marchi dei produttori di sigarette, da Marlboro, a Rothmans, da West, Camel e Gauloises, a Chesterfield, MS, Lucky Strike e Winston. Poi però il mondo è cambiato e per ragioni di salute sono stati proibiti o comunque scoraggiati sponsor che incentivavano l’utilizzo di alcol e fumo.
Al bando i vizi: no a partnership diseducative
Sebbene gli energy drink, che certo non fanno bene, siano ampiamente presenti sia in F1, sia nel motomondiale (Red Bull e Monster su tutti), pare proprio essere finita per i cosidetti patrocinatori tabaccai. Negli ultimi anni è cresciuta l’attenzione verso l’argomento e in Italia è addirittura intervenuto il Codacons per bloccare la Ferrari che, storicamente è legata alla Philip Morris.
In particolare tra il 2019 e il 2020 il Cavallino è stato attenzionato per l’unione con la Misson Winnow, azienda che si occupa di sigarette elettroniche. Un mare di polemiche che ha scoraggiato la compagnia statunitense dal rinnovare l’accordo con il team.
Mentre si attende di scoprire se anche nel 2022 verrà mantenuto lo status quo, stando a quanto riportato dal quotidiano Repubblica, il Ministero della Salute italiano, nella persona di Giovanni Rezza, avrebbe inviato alla scuderia di Maranello, alla Ducati e alla McLaren (che collabora con la British American Tobacco) una lettera in cui veniva richiesta un po’ più di sensibilità relativiamente ai danni provocati dal tabacco e dai suoi derivati.
Facendo leva sul pubblico a cui si rivolge lo sport, ovvero sui giovani, definiti “vittime fragili” poiché facilmente influenzabili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità avrebbe dettato alle tre squadre la linea da seguire per il futuro.