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Lin Jarvis racconta gli alti e bassi tra Yamaha e Valentino Rossi, fino alla stagione 2015 che ha cambiato la storia della MotoGP.
L’avventura tra Yamaha e Valentino Rossi iniziava nel 2013, quando Lin Jarvis ha avviato i primi contatti con il pilota di Tavullia in vista della stagione successiva. Fu amore a prima vista, una scommessa sia per il costruttore di Iwata che per il Dottore, in procinto di lasciare una moto vincente come la Honda per tentare la sfida con la M1. I rapporti tra i due si fanno sempre più stretti e arrivano le prime grandi soddisfazioni in pista: la vittoria in Sud Africa e il titolo iridato nel 2004.
Iniziava il periodo d’oro di Valentino Rossi e Yamaha, fino al momento in cui Jarvis decise di ingaggiare Jorge Lorenzo, una scelta non condivisa dal pesarese. “Abbiamo preso Lorenzo perché pensavamo che Valentino andasse in Formula 1, quindi avevamo bisogno di un successore”, racconta il manager inglese a ‘The Oxley Interview’. “Valentino non era d’accordo perché era il numero uno della squadra e da allora iniziarono gli attriti. Nel 2010 ha detto ‘O Lorenzo o me’, la proposta era inaccettabile e i rapporti cominciarono a declinare”.
Dopo due stagioni in Ducati Valentino e Yamaha si sono riavvicinati, non senza qualche difficoltà. Bisognava convincere Jorge Lorenzo, che intanto aveva vinto due titoli con la M1, e alcuni vertici della casa giapponese. “Sono andato a incontrare Valentino nella sua casa di Tavullia e ho discusso con tensione e trepidazione. È stato un momento molto speciale dopo che la nostra relazione si era deteriorata così gravemente. È tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente”.
Gestire due piloti di spessore come Rossi e Lorenzo non è stato per nulla facile: “È una delle sfide più grandi. Devi tenere sotto controllo il tuo ego per evitare di entrare in guerra aperta quando non sei d’accordo. Devi morderti le labbra e parlare di meno. Cerchi di educare i tuoi piloti, in modo che capiscano che hanno un contratto con la tua compagnia, quindi devono rimanere all’interno della linea e non dire cose negative sul team”.
Nel 2015 l’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso, con Lorenzo che approfitta della sanzione inflitta a Vale per conquistare il terzo Mondiale. “La MotoGP è diventata come il calcio, con i tifosi di parte che insultano i piloti. Questo ha cambiato per sempre la MotoGP”, ha concluso Jarvis, “lo sport che amiamo si è avvelenato”.
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