Bagnaia lotterà al massimo per rendere più difficile possibile la conquista del titolo MotoGP a Quartararo, però è consapevole delle difficoltà nel riuscire nell’impresa.
Con sole tre gare al termine del campionato e 52 punti da recuperare, è sicuramente difficile per Francesco Bagnaia puntare al titolo MotoGP. Tuttavia, è importante chiudere al meglio una stagione che lo ha visto maturare.
È innegabile che Pecco sia cresciuto nel 2021 e ci sono i presupposti per vederlo in lotta per il Mondiale l’anno prossimo. Ha battuto il compagno di squadra Jack Miller, sicuramente più esperto della categoria ma che non riesce ad essere costante. Il pilota della VR46 Riders Academy
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MotoGP, Bagnaia non si arrende per il titolo 2021 ma guarda al 2022
Bagnaia è stato tra gli ospiti del Festival dello Sport a Trento e ha parlato molto positivamente del clima presente nel team: «In generale l’atmosfera in Ducati è la più serena del Motomondiale. Siamo i migliori in questo. Con Jack ci veniamo incontro a vicenda. Spesso al box parliamo di strategie».
Per quanto riguarda il campionato MotoGP 2021, è nel complesso soddisfatto degli step fatti e promette battaglia fino alla fine: «Siamo partiti abbastanza bene, poi nell’ultima fase del Mondiale siamo riusciti a fare grandi progressi, portando a casa risultati importanti come le due vittorie consecutive ad Aragon e Misano. Sarà difficile scavalcare Quartararo in vetta alla classifica, però la lotta al titolo è ancora aperta e noi non molliamo mai».
Il pilota Ducati è convinto che per la prossima stagione si potrà fare ancora meglio, c’è maggiore consapevolezza all’interno del team ed è chiara la strada da seguire: «Abbiamo preso coscienza delle nostre potenzialità, questo rappresenta un grande passo avanti. Abbiamo posto ottime basi per il 2022, dobbiamo continuare così. Nella prossima stagione dovrò lavorare su me stesso, non si smette mai di crescere».
Inevitabile parlare anche dell’eredità di Valentino Rossi: «Impossibile rifare ciò che ha fatto lui in MotoGP. Nessuno prenderà mai il suo posto. Se oggi la MotoGP è così, è solo grazie a lui. C’è una cosa che mi piacerebbe ereditare: il suo pubblico e la capacità di trasmettere la sua passione».