Fernando Alonso porge le sue scuse a Schumacher e riconosce l’errore che ha involontariamente commesso ai danni del rivale
“Voglio scusarmi con Schumacher“. Un grande campione lo si vede anche in questi momenti: quelli in cui ammette un errore e si assume tutta la propria responsabilità. Anche a costo di chiedere scusa, con umiltà, ad un rivale che si è involontariamente penalizzato.
E un campione, Fernando Alonso, lo è sicuramente. Lo ha dimostrato per l’ennesima volta al termine del Gran Premio di Turchia, una gara conclusa mestamente al sedicesimo posto, pur essendo partita con ben altre aspettative.
Alla partenza, è stato proprio il due volte iridato ad avere la peggio: scattato dalla quinta casella sullo schieramento, dunque potenzialmente in grado di andarsi a prendere anche il podio (o quantomeno di provarci), già alla prima curva è stato coinvolto in un contatto, finendo in testacoda e scivolando in fondo alla classifica.
Ma è stato alla quarta curva che è avvenuto il fattaccio, quando lo stesso Alonso, senza volerlo, ha toccato la macchina di Mick Schumacher, mandandolo fuori pista. Una manovra per la quale lo stesso portacolori della Alpine è stato penalizzato di cinque secondi, e della quale si è preso tutta la colpa, chiedendo perdono al suo giovane avversario.
“Ovviamente accetto la penalità. Stavo preparandomi a superarlo, ma per via delle condizioni da bagnato non riuscivo a vedere bene tutte le vetture che mi stavano intorno”, ha spiegato. “Siamo stati sfortunati, è stato un peccato non aver sfruttato la nostra ottima posizione di partenza”.
Insomma, lo spagnolo ha teso la mano al debuttante tedesco. Un bel gesto che, ironia della sorte, ha riguardato proprio il figlio di colui che, quando Nando era un giovane pilota, fu il suo principale rivale nella corsa al titolo mondiale, Michael Schumacher.
Sarà forse anche per questo che Alonso prova un rispetto particolare verso il 22enne: “Averlo in Formula 1 è davvero speciale. Mi ricorda molto suo papà: nelle espressioni del viso, nel linguaggio del corpo, quasi in tutto. Ha anche la sua stessa abbreviazione (“Msc”, ndr) sul monitor dei tempi. Lo trovo molto commovente. Mi piace molto, mi piace il suo stile e mi piace che sia in F1. Posso solo augurargli che presto abbia una macchina migliore”.
In chiusura un ricordo del padre Michael Schumacher: “Da lui ho imparato soprattutto una cosa: non arrendersi mai. Michael era sempre buono con me, ci rispettavamo molto. Mi ha fatto sempre sentire come se mi augurasse i migliori successi e che mi dovessi godere le vittorie dei campionati”.
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