Per Oliveira stagione da alti e bassi, come per KTM. Pierer analizza quanto successo in questo Mondiale MotoGP 2021 al team austriaco.
Dopo l’exploit del 2020, la KTM non è riuscita a lottare per il titolo MotoGP quest’anno. Sono arrivate due vittorie con Miguel Oliveira e Brad Binder, però nel complesso i risultati non sono stati costanti.
L’atteso salto di qualità non c’è stato, anche se il potenziale per il futuro rimane alto. La casa austriaca ha risorse e competenze per crescere nel 2022. Inoltre va detto che la stagione di Oliveira è stata anche condizionata da un problema fisico. Ci aspettiamo di vedere il marchio di Mattighofen meglio piazzato l’anno prossimo.
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Pit Pierer ha così analizzato la situazione di KTM in questo campionato MotoGP 2021: «Dopo i secondi posti di Mugello- Sachsenring e la vittoria a Barcellona, tutti abbiamo tirato un sospiro di pensiero e pensato che avevamo fatto i passi giusti. Con tali risultati – riporta Speedweek – non dubiti di nulla. Nella pausa estiva ci siamo detti “Abbiamo fatto uno step, lavoriamo sulla moto del prossimo anno”. Non abbiamo fatto un altro aggiornamento completo per il 2021. Probabilmente tre-quattro piste ci hanno un po’ ingannato sul carattere della moto».
La casa di Mattighofen pensava di aver trovato la via giusta e che non fossero necessari altri upgrade per continuare a fare buoni risultati, invece le cose sono andate diversamente.
Pierer, amministratore delegato KTM, è poi andato nello specifico parlando di Oliveira: «Si è infortunato a Spielberg e aveva ancora male nel secondo GP in Austria. Nessuno se n’è accorto. Poi non ha ottenuto punti per tre gare, era completamente distrutto nella sua testa. Quando un pilota non sta bene, non serve fargli testare cose. Questo non ci ha aiutato. Per fortuna Brad ha lottato con coraggio in questa fase, è sempre stato in top 10 ed è in sesta posizione nel Mondiale».
A Pierer è stato domandato anche della scelta di far andare Oliveira a correre la 24 Ore di Barcellona con la KMT X-Bow nonostante non fosse al meglio fisicamente e fosse in arrivo il GP di Aragon: «Ho appoggiato in pieno la decisione. Ci ha assicurato che la mano non gli faceva più male. Non c’era ragione fisica per non permetterglielo, anche se mentalmente non era al meglio in quel momento. Ero dell’opinione che un viaggio dell’ambiente automobilistico sarebbe stato positivo per lui. Ero certo che poi sarebbe tornato al100% ad Aragon. Ma devo ammettere che è andata diversamente da come pensavo».
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