L’animosità tra Hamilton e il box Mercedes in Turchia fa nascere un caso. Intanto i vertici minimizzano la situazione.
Scattato dall’undicesima piazza per la sostituzione di alcune parti del propulsore, quando mancavano dieci giri al termine del GP di Istanbul Lewis Hamilton si trovava in zona podio. Tutto bene, non fosse per il team radio ricevuto che lo invitava a rientrare per cambiare gomme. Una richiesta da subito mal digerita dal britannico che ha iniziato a battibeccare con il suo ingegnere di pista e la dirigenza.
Purtroppo per lui il box Mercedes non è così accondiscendente come quello della McLaren e l’ordine ha dovuto concretizzarsi. Risultato ne è stato un quinto posto e tanta frustrazione espressa anche davanti alle telecamere.
A proposito delle parole al vetriolo lanciate da Ham, il buon Toto si è sentito di giustificarle, definendole normali. “Come team abbiamo la pelle abbastanza spessa da capire quando un pilota è arrabbiato per la situazione. Sappiamo che capirà a freddo”, ha affermato a Motorsport.com. “Dovremo lavorare di più sulla comunicazione così da creare fiducia reciproca e far comprendere l’obiettivo per cui si sta lottando”, ha chiosato il boss austriaco evidenziando quello che è diventato un vero punto debole per una scuderia poco abituata ad avere concorrenza.
Comprensivo nei confronti del 36enne anche il responsabile degli ingegneri Andrew Shovlin. “Abbiamo compreso il suo disappunto. Lui credeva di finire terzo, ma non è stato possibile”, ha analizzato. “Certo siamo rimasti tutti un po’ delusi, tuttavia alla luce della battaglia per il mondiale non potevamo rischiare”.
Il pericolo di un ritiro per il cedimento delle coperture ha dunque prevalso, ciò malgrado non è la prima volta in questa stagione che a Stoccarda si creano dissapori e alterchi vissuti poi in pubblico. Un comportamento che gioca a favore della Red Bull e che alla lunga potrebbe premiare Verstappen.
Chiara Rainis
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