Se non riusciamo a trovare il veicolo che desideriamo all’interno del mercato nazionale non ci rimane che imbarcarci nella difficile (ma soddisfacente missione) di andarlo ad importare dall’estero.
Acquistando un veicolo, sia esso nuovo o usato, dall’estero però ci si pone davanti a delle problematiche un po’ meno comuni del solito: tra spese d’importazione,tempo, costo del trasporto e ottenimento dei certificati appositi, la situazione si complica leggermente rispetto al fare tutto nel nostro paese.
Facciamo un esempio: vogliamo acquistare una particolare dotazione di Volkswagen direttamente dalla Germania.
Per capire quanto possiamo risparmiare dobbiamo prima ragionare sul costo totale in Italia ed il costo totale all’estero. Analizziamo quest’ultimo.
Il costo totale per l’estero si compone dai seguenti fattori: prezzo, netto nel paese di provenienza (prezzo che va convertito in euro), IVA italiana applicata a tale prezzo, il tempo investito per effettuare l’acquisto, le spese di viaggio e di pernottamento per finalizzare l’acquisto, ed infine quelle relative al trasporto del veicolo e ai documenti relativi all’importazione.
Il discorso IVA è inoltre molto importante perché permette di risparmiare effettivamente un sacco di soldi.
Se si acquista un veicolo nuovo all’estero il prezzo di vendita sarà soggetto all’aliquota IVA applicata nel paese di destinazione (nel nostro esempio l’Italia).
Se invece si acquista un veicolo usato spesso e volentieri l’IVA è già compresa all’interno del prezzo di vendita; in questo caso non è necessario corrisponderla nel paese di destinazione.
Questa caratteristica rende l’importazione di automobili da paesi a bassa pressione fiscale molto conveniente.
Per poter effettuare la prima immatricolazione di un’auto nuova di fabbrica sono necessari diversi documenti: la copia originale del COC – nel nostro caso parliamo di un coc volkswagen – e i documenti relativi al versamento dell’IVA.
Per le auto usate spesso e volentieri bastano i documenti di circolazione o un particolare certificato di radiazione, rilasciato dall’ufficio che si occupa di immatricolazione all’interno del paese di provenienza.
A questi documenti va aggiunto il costo dell’iscrizione al PRA (pubblico registro automobilistico) ed il costo di traduzione della documentazione tecnica come il libretto di circolazione; quest’ultima solitamente è effettuabile all’interno della motorizzazione stessa.
L’unico costo che non abbiamo inserito poco sopra è quello dell’ecotassa, un imposta in grado di variare e di far saltare un affare per qualche migliaio di euro senza se e senza ma.
L’ecotassa è un’ imposta dovuta per chiunque acquisti sia un veicolo nuovo di zecca, sia per chi immatricola all’interno del territorio italiano un autovettura che è stata immatricolata in precedenza all’interno del territorio dell’unione europea.
Fino al 31/12/2021 a venir tassate saranno le automobili le cui emissioni di CO2 supereranno i 190 g/km.
L’ecotassa possiede le seguenti soglie: da 191 a 210 g/km la tassa è di 1100 euro, da 211 a 240 g/km la tassa è invece di 1600 euro. Infine da 241 a 290 g/km la tassa è di 2000 euro, ed oltre i 290 g/km la tassa è di addirittura 2500 euro.
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