Scott Redding s’impone in gara-2 a San Juan Villicum, ma l’aritmetica infrange le ultime speranze di vincere il Mondiale.
Scott Redding fa da terzo incomodo in gara 2 a San Juan e vince davanti a Jonathan Rea e Toprak Razgatlioglu. Una vittoria che rende onore al pilota Ducati nonostante sia aritmeticamente fuori dalla corsa iridata. Ha lottato alla pari con entrambi per buona parte della gara, prima di prendere il volo nel finale e chiudere con 2,4″ di vantaggio sul campione della Kawasaki, 3.4″ sul leader di classifica.
Una gara incerta fino a metà, poi le gomme di Toprak hanno iniziato a perdere colpi e Scott dal canto suo ha alzato il ritmo. “Ero pronto e affamato”, ha sorriso Redding durante la conferenza post gara all’Autodromo di Villicum. “Mi sono preparato per la guerra. Lo volevo davvero, dopo quello che è successo sabato ero un po’ turbato perché l’ascesa sul podio era possibile”. Nel primo round si è dovuto accontentare del 9° posto, podio in Superpole Race e infine trionfo nella seconda manche. “Se vuoi superare Toprak, devi essere molto forte. Ha guidato in modo alquanto difensivo e sapevo che sarei stato più forte sulla distanza. Quindi continuavo a ripetermi di stare calmo”.
Il sogno iridato è infranto
Ha guidato in maniera pulita e senza mettere troppa pressione ai due contendenti per il titolo iridato. “Per rispetto, non volevo guidare in modo troppo aggressivo, ma è stata una gara difficile. Ho avuto il mio ritmo e ho continuato a spingere. Quando mancavano due giri sapevo che era finita. Mi sentivo bene e non dovevo spingere troppo”. L’Argentina si rivela terreno di conquista per la Ducati Panigale, ma dal prossimo anno Scott Redding l’affronterà in sella alla Bmw. “Sono stato vicino per tutto il weekend: secondo, secondo, secondo. Prima della gara, ho detto a Jayce che dovevo vincere. Non volevo arrivare secondo e ho avuto quella mentalità fino alla fine della gara. Tutto accade per una ragione e nulla può essere cambiato in seguito”.
In Indonesia saranno 62 i punti in palio, il distacco da Razgatlioglu adesso è a 66, l’aritmetica ormai lo ha condannato. “Certo, mi sarebbe piaciuto avere una possibilità per lil Mondiale prima delle gare in Indonesia, ma in Argentina è andata così. Avevo due anni in meno di esperienza rispetto agli altri, ma questo non mi ha fermato. Per me ora si tratta di vincere le gare”.
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