Jorge Lorenzo esamina i cambiamenti del regolamento MotoGP che hanno portato a dei profondi cambiamenti in pista.
Jorge Lorenzo ha detto addio alla classe regina nel 2019 dopo una stagione in salita con la Repsol Honda, costellata da una serie di infortuni che gli hanno impedito di esprimersi al meglio. Da allora il pentacampione si gode la vita da pensionato pur non avendone l’età, ma non manca di seguire e approfondire le vicende del paddock. Dall’inizio del campionato 2021 ha inaugurato un canale YouTube in cui commenta i Gran Premi e le prestazioni dei protagonisti.
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Da quando si è ritirato Jorge Lorenzo si è reso conto di come sia cambiata la natura di questo sport, con battaglie molto ravvicinate e tanti piloti raccolti in pochi decimi. “Rispetto a dieci anni fa, il mondo della MotoGP è cambiato completamente”. E in un’intervista al canale ufficiale Motogp.com ricorda i tempi dei cosiddetti Claiming Rule Team (CRT) oltre ai team ufficiali e ai team satellite di fabbrica, quando “la differenza con il pilota e la moto più veloci era di circa quattro o quattro secondi e mezzo… Oggi, tutto il gruppo di vertice si riunisce in sette decimi di secondo. È incredibile”.
Merito delle regole introdotte da Dorna negli ultimi tempi, a cominciare dalla centralina elettronica unica Magneti Marelli fino al monogomma di un unico fornitore. In tal modo il gap fra team factory e satelliti si è azzerato o quasi. “In termini di prestazioni, tutte le moto sono attualmente in grado di salire sul podio e anche vincere – prosegue il maiorchino -. Questo non è mai successo in passato. Dimostra il meraviglioso lavoro che Dorna ha fatto a poco a poco per creare questo equilibrio in campo”.
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