Il 21 ottobre di 14 anni fa Raikkonen vinceva il suo primo e unico titolo in F1. Un traguardo che ad oggi resta l’ultimo lampo Ferrari.
“E’ finita! Hamilton è settimo. Stando ai miei calcoli, abbiamo vinto il mondiale per un punto”, il grido emozionato dell’allora ingegnere di pista del Cavallino Chris Dyer ad indirizzo di Kimi Raikkonen. E aveva ragione. Il 21 ottobre 2007 Iceman faceva il colpaccio, mandando in delirio i suoi tifosi e quelli Ferrari che, dopo Schumacher pensavano di aver trovato qualcun altro capace di accumulare corone.
Un po’ come succede per tutti i grandi eventi, chiunque si ricorda di quei minuti che hanno sancito un momento storico per il Circus e per la Scuderia. Poche volte infatti la classe regina aveva vissuto un finale di campionato tanto inteso, con il terzo della generale, uscirne clamorosamente trionfatore.
Purtroppo però la gioia è durata poco, dato che già l’anno successivo il team si è dovuto accontentare soltanto della coppa costruttori per poi andare in letargo. Da allora sparute gioie e molti dolori. Due campionissimi bruciati come Fernando Alonso e Sebastian Vettel, andati via dopo numerose repliche con niente in mano, se non con tanta amarezza, e una rivoluzione nell’approccio che ha portato nel 2021 la squadra diretta da Mattia Binotto a schierare due giovani con Leclerc e Sainz, senza blasone e con solo tanta fame di arrivare e la fama di essere ragazzi di talento.
E dato che siamo in amarcord in queste ore si ricorda anche un altro anniversario, ossia l’ultimo successo del finnico vestito di rosso. Era esattamente il 21 ottobre 2018. Austin. Quasi fosse una magia, un segno del destino, sovvertendo ogni pronostico, il 42enne riuscì a superare in partenza il poleman Lewis Hamilton e a resistere ai successivi attacchi della Mercedes e della Red Bull, portandosi a casa una prima posizione che molto probabilmente rimarrà il sigillo conclusivo di una carriera bella, ma a tratti sfortunata.
Kimi Raikkonen vince in Texas, 2018 (©Getty Images)Chiara Rainis
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