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MotoGP

Dovizioso sognava la Yamaha: “Con Aprilia vantaggi reciproci”

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Matteo Bellan

Dovizioso racconta il ritorno in MotoGP, avvenuto con Yamaha invece che con Aprilia nonostante i test sulla RS-GP. Ha parlato pure di Valentino Rossi.

Andrea Dovizioso (Getty Images)

Il caso Maverick Vinales in Yamaha è stato un grande assist per il rientro di Andrea Dovizioso in MotoGP. Si è liberata una sella nel team Petronas SRT e se l’è presa, permettendosi anche di rifiutare la corte dell’Aprilia.

Nel 2022, quando la squadra sarà ribattezzata WithU Yamaha RNF, disporrà di una M1 Factory e spera di poter tornare a lottare per posizioni importanti. In questa stagione con una moto di due anni fa sta facendo fatica ed era pronosticabile, considerando anche un periodo di adattamento necessario dopo i tanti anni in sella alla Ducati. Per il futuro, però, il forlivese ha molta fiducia.

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Dovizioso tra passato, presente e futuro

Dovizioso ha concesso un’interessante intervista a DAZN, dove è stato l’ex collega Marco Melandri a sottoporgli delle domande. Si è partiti parlando della pausa che si è preso dopo l’addio alla Ducati e del suo ritorno in MotoGP: «Il break da un lato ci voleva, perché quando ti fermi riesci a fare tutto quello che avresti voluto fare. Ho potuto vivere delle mie passioni senza avere tutto organizzato per la stagione. Sono stato bene. Però non sono riuscito a dire di no a questa possibilità».

Il pilota forlivese ammette che quando annunciò il divorzio da Ducati non aveva programmato affatto di prendersi un anno sabbatico: «Quando ho preso la decisione di non proseguire con Ducati, non avevo già scelto di fermarmi. Ma non aveva senso andare avanti con loro. Avevo la mente aperta per eventuali situazioni, non ero preoccupato. In testa avevo la volontà di provare guidare la Yamaha. A volte poi le cose accadono quando ci speri. Per anni auspichi di correre con un certo marchio e non si creano le situazioni, poi succede qualcosa e ti si apre la porta che cercavi in passato… A volte serve fortuna».

Quando sembrava che il suo futuro potesse essere con Aprilia, visti i test fatti e i buoni rapporti creati, invece ha poi firmato con Yamaha: «Volevo una situazione come quella che si è creata – spiega – ma non ce l’avevo assolutamente tra le mani. Io parlo poco, non mi interessa far sapere cosa penso e nessuno sapeva cosa mi passava per la testa. Io però ho sempre idee chiare, giuste o sbagliate che siano. Ero partito per la vacanza in Sardegna, poi sono tornato e c’erano le porte aperte per andare in Yamaha. Non ho fatto il test con Aprilia credendo certe cose. Ho parlato apertamente con Rivola, era un vantaggio per tutti e due. È stato buono per Aprilia ed è stato utile a me per tenermi in forma con la MotoGP. Abbiamo fatto un buon lavoro, tenendo conto di ciò che potevamo fare».

Melandri evidenzia che sia lui che Dovizioso hanno perso un po’ di campionati e gli chiede quale tra quelli era veramente possibile vincere: «Facile dire dopo cosa avresti potuto fare di meglio. Nel 2017 me lo sono davvero giocato, forse qualcosa di più si poteva fare per mettere più in crisi Marquez all’ultima gara e non tanto per vincere. Mi scoccia un po’ il 2018. Non me la sono giocata fino alla fine, Marc ha vinto con anticipo, ma ero più competitivo che nel 2017».

Nel 2020 con Marc Marquez out per infortunio era facile pronosticare che il forlivese, tre volte vice-campione MotoGP, fosse il favorito al titolo. Tuttavia, l’epilogo è stato diverso anche a causa dei rapporti deteriorati con Ducati: «Ci sono varie motivazioni e aspetti. Quello che ha complicato tantissimo l’anno è il cambio di gomma, di carcassa. Quello ci ha tagliato le gambe, non siamo riusciti a trovare delle soluzioni. Il cambiamento è stato grosso, ci sono stati alti e bassi da parte di tutti. Ovviamente quando stai assieme tanti anni succedono tante cose, a volte ci sono situazioni difficili da gestire. Ci doveva essere più intelligenza da parte di tutti, non ha senso puntare il dito. Si poteva fare meglio anche a livello di rapporti».

Il rider romagnolo spiega che il suo approccio ai gran premi nel 2021, dove è subentrato a campionato in corso con tutto ciò che ne consegue: «Quest’anno sensazione particolare quando vado alle gare. La pressione me la metto io perché è normale, ma non ho pressione in realtà quando vado alle gare. È come un test. Vero che il risultato conta alla fine e non puoi stare dietro come nella prima gara che ho fatto a Misano, però è una pressione completamente diversa. Oggi in MotoGP con secondo di distacco sei ventesimo, devi fare il giro perfetto. È stressante, non come in passato. Nella mia situazione è difficile essere veloce, non ho ancora la moto totalmente in mano come gli avversari».

Dovizioso conferma che gli pneumatici sono decisivi in MotoGP e che è fondamentale adattarsi per essere competitivi: «La gomma è l’aspetto più importante, quello che condiziona di più la prestazione. La MotoGP di oggi si è livellata tanto, sono tutti molto vicini. C’è tanta elettronica, tanta aerodinamica, si fanno pochi errori e tutti sono veloci. I pneumatici influenzano tutto. La frenata è sempre stata un mio punto di forza, da quando è entrata la nuova carcassa nel 2020 non sono più riuscito a frenare forte come prima. Non avevo più il mio punto di forza e sono andato in crisi. Se non ti adegui, anche se hai fatto tre volte secondo in MotoGP non conta niente».

Si passa a parlare di Fabio Quartararo, collega di marca che con la Yamaha M1 Factory della squadra ufficiale è molto vicino a vincere il Mondiale MotoGP: «La Yamaha è la moto perfetta per il suo stile di guida. Da subito è andato forte e quando succede questo è perché non devi capire troppo cosa fare, puoi spingere. Quando guardi i dati vedi una facilità a fare tutto. Entra, fa subito il tempo e poi lo mantiene. Quando fai così significa che hai la moto in mano. Frena dopo tutti. In Austria quando ha fatto quel sorpasso all’esterno alla curva 3 non ci volevo credere. Vedere come guida nel test a Misano mi è servito tanto per capire come sfruttare la moto. La Yamaha è particolare, devi frenare forte arrivando lungo-largo e poi tagliare la curva portando tanta velocità in uscita. Non è fatta per accelerare forte, per tanti motivi. Fabio sta facendo qualcosa di speciale. Sta facendo la differenza in un anno in cui la Ducati ha dimostrato di aver fatto un passo avanti. Merita il titolo».

Dovi sarà l’ultimo compagno di Valentino Rossi, che a fine 2021 si ritirerà dalla MotoGP, e spiega le sue sensazioni nel vivere il box assieme: «Fa un po’ effetto questa cosa, è strano essere suo compagno di squadra perché è sempre stato un avversario. Lui ha un suo modo di vivere un po’ tutto. Però non sono compagno di un Valentino Rossi che si sta giocando il campionato, è diverso. È una situazione più in relax, lui si sta godendo le ultime gare, purtroppo senza prestazioni esagerate. Ha un approccio diverso dopo la gara se il risultato manca. Quando non ti senti bene con la moto, non puoi farci più di tanto».

Andrea Dovizioso e Valentino Rossi (Getty Images)
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Matteo Bellan

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