Darryn Binder salterà direttamente dalla Moto3 alla MotoGP, seguendo le orme di Jack Miller. Il parere del pilota australiano della Ducati.
L’arrivo di Darryn Binder in MotoGP sta facendo discutere il paddock. Il pilota sudamericano della Moto3, classe 1998, dal prossimo anno salirà in sella alla Yamaha M1 del team di Razlan Razali, dove andrà ad affiancare l’esperto Andrea Dovizioso. Solitamente è difficile scommettere su un pilota della classe cadetta e portarlo subito in Top Class. L’ultima volta è successo con Jack Miller su cui ha puntato la Honda nella stagione 2015.
Aleix Espargarò non ha mostrato la sua contrarietà a questo trasferimento, invocando una Super Licenza per tutti i piloti. Per Iker Lecuona servirà un lungo periodo di adattamento prima di ottenere il massimo dalla sua moto. Ma secondo Jack Miller non avrà problemi ad adattarsi ai prototipi 1000cc. Dopo essere passato alla Ducati, Miller ha ottenuto i suoi primi podi nel 2019 e nel 2020, con due vittorie finora. Miller aveva solo 20 anni quando ha fatto il suo debutto in MotoGP, ma Darryn Binder, fratello minore di Brad, pilota del team KTM factory, compirà 24 anni il prossimo gennaio, con sette stagioni di Gran Premi al suo attivo.
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Un magro CV
Darryn Binder ha solo due podi nel suo curriculum conquistati quest’anno, durante le prime gare in Qatar, e occupa il sesto posto in classifica. La sua unica vittoria in un Gran Premio è arrivata in Catalunya nel 2020. Nonostante questo Jack si dice fiducioso su Darryn: “Se hai la possibilità di passare alla MotoGP, devi farlo, perché questo treno non passa due volte. Se hai questa opportunità, devi coglierla e rischiare perché molte persone non hanno la possibilità di guidare le moto più veloci del mondo contro i migliori piloti del mondo”.
Sarebbe stato sciocco rifiutare l’offerta della Yamaha, ma il suo modo di guidare sembra pronto per il salto in classe regina. “Ha uno stile selvaggio, non credo che sarà un problema. Ha molta più esperienza su moto più grandi di me quando sono passato alla MotoGP, ha guidato Superbike, 600 e cose del genere, Certo, niente può prepararti per quel genere di corse, è così lontano da tutto il resto che non sai mai finché non ci sei. Quindi meglio cercare di esserci”.