In occasione dell’ultimo GP in Italia di Valentino Rossi, Claudio Costa ha voluto inviare un messaggio al Dottore con cui ha condiviso vent’anni di carriera
Non poteva mancare il saluto del dottor Claudio Costa a Valentino Rossi. I due hanno condiviso più di vent’anni di carriera, in particolare la maledetta frattura alla tibia e perone nel 2010. “Dire che è una pagina del motociclismo non è sufficiente“, scrive il medico fondatore della Clinica mobile del Motomondiale. “Nemmeno un poeta lo sarebbe per scrivere quello che ci ha fatto provare Valentino. È un bimbo fenomenale che gioca per un sogno già suo per far felici i suoi genitori e tutti gli abitanti del mondo”.
Il dottor Costa ha sottolineato la consapevolezza dei rischi che correva guidando una moto: “Era molto attento alle sue infermità. Voleva avere ben chiaro quello che gli facevo e quando capivo che era convinto del programma clinico allora sapevo che avrebbe fatto un miracolo. Gli altri piloti erano meno consapevoli, lui sapeva perfettamente che queste cose c’erano e le studiavamo insieme per anticipare il problema. Tirata giù la visiera le aveva già in testa“.
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Costa: “Non ci saranno altri come lui”
Il dottore è convinto quando dice che nasceranno tanti altri grandi piloti, ma come Valentino non ce ne saranno più: “Faccio questa premessa, un bambino quando nasce è già rivale di qualcuno anche se è da solo perché la rivalità è una spinta che abbiamo dentro per fare strada. E se è forte come erano le loro cancella l’invidia”. Nasceranno tanti altri grandi piloti, insomma. Ma come Valentino non ce ne saranno più.
Infine ricorda Simoncelli, a dieci anni dalla sua scomparsa: “Guardando da vicino quello che era la sua capacità di superare il dolore, le avversità, la sua scaramanzia e la sua visione particolare della vita… guarda caso anche qui era basata sulla leggerezza e il divertimento. Era uno dei tanti giovani che vivevano per le strade di questo mondo. Ho visto un progressivo miglioramento talmente importante che, se fosse continuato, avrei puntato su Marco”.
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