Paolo Simoncelli racconta l’incontro avuto con Papa Francesco, con il quale ha parlato di Marco. Spiega anche la rivalità con Dovizioso e l’ammirazione per Valentino Rossi.
Dieci anni fa la famiglia Simoncelli ha vissuto il momento più difficile di sempre. La morte di Marco nella gara MotoGP di Sepang ha provocato un grandissimo dolore.
Quando si corre in moto, soprattutto ad alti livelli, c’è la consapevolezza che qualche incidente possa capitare. Ciò che non si può prevedere è la morte. Il SIC in Malesia fu veramente molto sfortunato, cadde e venne colpito da Colin Edwards e Valentino Rossi. Una dinamica che non può essere prevista, anche se nel 2021 abbiamo già visto andarsene tre piloti in questo modo. Si tratta di fatalità molto sfortunate.
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Paolo Simoncelli ricorda il figlio Marco
Paolo Simoncelli ha concesso una bella intervista a Guido Meda su Sky Sport MotoGP e ha ammesso di non aver mai pensato che il figlio potesse morire: «Non ho mai pensato che potesse morire. Ho sempre pensato magari a un’incidente, a un’invalidità, ho pensato che sarebbe potuto restare in seria a rotelle, ma mai che scomparisse. La sensazione di morte l’ho avuta solo quando sono entrato in pista il giorno della sua scomparsa. È stato terribile».
Il padre di Marco Simoncelli racconta di avercela con Dio e di averne parlato con Papa Francesco: «Sono veramente arrabbiato con il capo. L’ho detto anche al Papa. Ho preso il crocifisso che Bergoglio aveva al collo e gli ho detto “Sono incazzato con questo qui”. Lui ha detto che avevo ragione. Siamo rimasti soli qualche minuto e ci siamo abbracciati».
Paolo ha anche raccontato la rivalità con Andrea Dovizioso, nata quando i due correvano contro nelle minimoto: «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata a Spoleto, in una finale del campionato italiano. C’erano Marco, Dovizioso e Angeloni in fuga. Marco scivola al tornantino e tira giù anche Andrea, mentre cade prova a prendere anche la tuta di Angeloni. Finita la gara Marco torna da me piangendo. Era già andato da Dovizioso a scusarsi, ma Andrea gli ha risposto che le scuse non bastavano. A quel punto gli ho detto “Basta, questa è guerra”. Voglio bene a Dovizioso, è stato presente dopo la morte di Marco, ogni tanto ci sentiamo».
Paolo ha confermato che Valentino Rossi era il grande idolo del SIC fin da subito: «Impazziva per Rossi. Nel 1996 abbiamo iniziato a fare le minimoto, quando Valentino correva si interrompeva tutto per andare a vedere le sue gare. Al termine delle gare si ritrovavano nel motorhome di Rossi, era divenuta una prassi. Quando Valentino si è fatto male, Marco lo andava a trovare perché gli piaceva piacere stare insieme. Si raccontavano tante cose».