Lin Jarvis fa un confronto tra il titolo iridato del 2015 e quello di Fabio Quartararo. Sei anni fa l’atmosfera era ben diversa.
A sei anni di distanza Yamaha ritorna a conquistare il titolo mondiale di MotoGP. L’ultima volta risale al 2015, quando Jorge Lorenzo e Valentino Rossi si contesero lo scettro iridato per tutto il campionato, fino all’ultima gara di Valencia, quando il pesarese fu sanzionato con la partenza dal fondo della griglia. Era l’anno del cosiddetto “biscotto”, con Marc Marquez che ha interferito con il suo discutibile comportamento a Sepang.
Lin Jarvis ricorda i festeggiamenti un po’ surreali di quella stagione febbrile e molto tesa. “L’ultimo titolo prima di questo è stato quello famoso nel 2015 – ricorda in un’intervista sul canale ufficiale MotoGP.com -. A quel tempo abbiamo concluso il Mondiale con Lorenzo e Rossi nei primi due posti, ma a dire il vero allora fu complicato. Non potevamo mai goderci l’uno – due a causa di tutta la polemica all’epoca”, afferma Jarvis in un’intervista a MotoGP.com.
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La festa per Quartararo
Atmosfera ben diversa da quella vissuta domenica scorsa a Misano-2, quando Fabio Quartararo si è confermato campione del mondo, senza pressioni ai box e al termine di un campionato impeccabile. Una festa quasi inattesa e che sembrava rinviata a Portimao o Valencia, invece la caduta alla curva 15 di Pecco Bagnaia ha anticipato l’assegnazione del titolo. “Questa volta è chiarissimo. Fabio Quartararo merita il titolo e siamo molto felici”, ha aggiunto il manager britannico della Yamaha. “Questo titolo ha un sapore davvero buono. Ci sono voluti sei anni. Ci sono volute molte energie e sforzi per arrivare a questo punto. Ha avuto una stagione fantastica e merita di essere campione del mondo. È andato oltre. Estremamente veloce e molto consistente durante tutto l’anno. Ha sempre segnato punti nelle giornate storte”.
Una vittoria accettata anche dai rivali che non hanno potuto evitare di fargli i complimenti, già dal rientro in pit-lane, nel parco chiuso, dopo la conferenza stampa. “Direi che è onestà. Merita assolutamente questo successo. Lo stesso vale per gli ingegneri Yamaha e il team – ha concluso Jarvis -. È davvero una bella sensazione”.